L'Università di Bergamo perde iscritti e posti nelle classifiche. Ma il rettore non ci sta
Nelle graduatorie internazionali, l'ateneo arranca. Cavalieri: «Quelli sono ranking commerciali. Abbiamo scelto di contenere il numero di studenti»
di Paolo Aresi
Come sta la nostra Università? Non benissimo, secondo i punteggi delle organizzazioni internazionali. E nemmeno bene se consideriamo l’andamento delle iscrizioni e pure delle strutture a disposizione. La Montelungo doveva diventare un pensionato universitario capace di quattrocento posti, gli accordi furono firmati nel 2016. È lì da vedere, in via San Giovanni. È stata acquisita la ex sede della Guardia di finanza, ma i lavori sono soltanto appena cominciati in via Statuto...
Le classifiche
Torniamo ai punteggi. Abbiamo scritto nelle scorse settimane come l’agenzia QS-Quacquarelli Symonds abbia collocato il nostro ateneo fra il 1.200° e il 1400° posto nel mondo; un risultato non lusinghiero, considerando che le università prese in considerazione sono 1.560. Abbiamo tuttavia fatto notare che essere inseriti nella graduatoria (lo siamo dal 2020) sia già una buona cosa.
La scorsa settimana è stata pubblicata anche la classifica europea, sempre a cura di QS. Questa graduatoria considera 684 atenei del vecchio continente (cinquantuno italiani): ebbene, Bergamo si colloca nella posizione 541-550. Non benissimo nemmeno qua. Anche perché abbiamo perso delle posizioni rispetto alla precedente graduatoria, mentre altre università italiane, come Brescia, hanno migliorato la situazione: i “cugini” sono saliti di ben quindici posizioni rispetto alla classifica precedente, passando dal 369° al 354° posto. Hanno ottenuto ottimi risultati nella categoria citazioni, “citations per paper”, dove sono i primi tra le università italiane pubbliche. Ottimo anche il rapporto fra gli studenti internazionali e il numero totale degli allievi, così come anche il rapporto dato dal numero di studenti e di docenti. Buona la presenza di docenti internazionali, “International faculty ratio”.
Tra le università italiane, al primo posto troviamo il Politecnico di Milano, che si piazza 38° in Europa, seguito da Bologna al 48° gradino (ha guadagnato in un anno ben cinquanta posizioni); poi ci sono La Sapienza di Roma (66° posto) e Padova (87°). L’Università di Salerno ha fatto un balzo di ben 65 posizioni, salendo a posto 419° e staccandoci nettamente.
Esiste poi un’altra classifica sempre stilata QS, quella delle università del Sud Europa, dove l’Italia, finalmente, la fa da padrona. A livello europeo, come nazione siamo al settimo posto, mentre per il Sud del continente svettiamo al primo, sia perché il Politecnico di Milano si afferma come l’università migliore in assoluto, sia perché le nostre università si piazzano mediamente bene. La classifica comprende 146 atenei, per la classifica ultima, proiettata sul 2025. Bergamo si trova al 123° posto (abbiamo perso due posizioni rispetto allo scorso anno).
Esistono poi altre graduatorie, forse meno prestigiose, come quella di Edurank, che ci colloca al 50° posto in Italia su 88 atenei e al nono posto in Lombardia su dodici università. Secondo l’U.S. News Education World’s Report, Bergamo si piazza al gradino 1.865° nel mondo, al 600° in Europa e al 64° in Italia. La prima in Italia, secondo questa classifica, è Bologna, con un totale di 68.8 punti. Bergamo ne ha raccolti 26.9.
Per finire, andiamo al Censis, che pure stila una sua graduatoria degli atenei italiani; questo ente pone l’Università di Bergamo al nono posto sui diciotto atenei italiani considerati “medi”, cioè da i 10 e i 20 mila iscritti. In questa classifica al primo posto si colloca Trento, poi vengono Siena, Udine, Sassari, l’Università delle Marche, Trieste, Brescia, Salento, Bergamo.
Dalla questione dei punteggi a quella delle iscrizioni. La nostra Università ha sempre avuto il problema degli spazi, dovuto alla crescita importante negli anni, di studenti e quindi anche di personale, docente e non. Nel 2016 figuravano iscritti al nostro ateneo 16.434 studenti, nel 2021 superavano le ventimila unità. La pubblicazione online “Unibg in chiaro” dava un totale di 23 mila studenti, di cui 1.500 “internazionali”, con 350 professori e ricercatori.
Dice il rettore
Il rettore dell’ateneo, Sergio Cavalieri, dichiara di non volere fare difese di ufficio, ma ritiene che ci siano diversi elementi da spiegare. Dice: «Dobbiamo considerare che queste classifiche vengono stilate da società commerciali, che effettuano anche consulenze per aiutare le università stesse a migliorarsi. Io mi chiedo come sia possibile che alcuni atenei nel giro di un anno facciano salti anche di settanta posizioni. E mi chiedo come sia possibile che la prima università italiana si piazzi soltanto al trentottesimo posto in Europa. Se andiamo a guardare, scopriamo che la prima italiana in classifica è il Politecnico di Milano, cioè un ateneo specializzato nel campo tecnico-scientifico. La ragione è semplice: le statistiche considerate da queste società di ranking danno un peso particolare alle ricerche e alle pubblicazioni di carattere scientifico contenute nei database che consultano e che contemplano soprattutto riviste e articoli di questo genere. Le università generaliste e di medie dimensioni, o quelle soprattutto umanistiche, vengono penalizzate». (...)
Vorrei in particolare replicare al sig. Previtali. Anch’io ho figli iscritti a Bergamo, sia alla triennale che alla magistrale e nipoti prima di loro… non ho gli strumenti per fare una classifica degli ultimi rettori che si sono succeduti, ma so di certo, per esperienza personale, che nelle gestioni precedenti all’attuale (di sicuro le ultime 2), non ci sono mai stati i problemi organizzativi che ci sono ora (compreso il periodo pandemico…), l’università era in espansione e la posizione nei ranking era sicuramente migliore dell’attuale. Se avete dati contrari a questi esplicitateli, senza generalizzare gratuitamente in una situazione che, ad oggi, è già di per se preoccupante
Non concordo assolutamente con i pessimi giudizi letti fin ora.professori disponibili segreteria efficiente esami puntuali e senza intoppi peccato x la proclamazione lauree triennali ma sembrano essere ripristinate.ingiusta la tassa obbligatoria di abbreviazione carriera ma penso sia comune a tutti gli atenei.
Pessima universitaria. State alla larga. Pessimi alcuni professori, pessimo il servizio segreteria, sul rettore stendiamo un velo pietoso!!!! Si coprono a vicenda a discapito dei ragazzi!!
Il tipico malvezzo italiano di gettare ombre su chi ci giudica quando non ci favorisce. Avrei voluto sentirlo, il Magnifico Rettore, se gli stessi istituti di ranking avessero espresso valutazioni lusinghiere su UniBg, se ne sarebbe brn guardato dal dire che sono valutazioni commerciali !
Mia figlia iscritta al secondo anno di Magistrale area Scienze Umane dà giudizio pessimo. Orari di lezioni ed esami comunicati a ultimo momento e spesso spostati, la gran parte degli esami ancora scritti o addirittura a multiple choice, docenti impossibili da contattare o che non rispondono, segreterie che non sanno mai nulla. Temo che dopo il Prof. Paleari si siano alternati rettori di basso livello, privi di competenze organizzative.