Ma quale sanità? Se non hai lo smartphone non puoi prenotare i prelievi di sangue...
Un lettore denuncia difficoltà e attese lunghissime: «Nei mesi del Covid ci siamo detti che avremmo dovuto aggiustare tutto. Così non è stato, anzi»
Egregio direttore,
sono molto preoccupato per la piega che sta prendendo l’assistenza sanitaria nella nostra realtà. In questi quindici mesi di Covid ho sentito ripetere che avremmo dovuto cambiare tutto, che dovevamo portare la medicina sul territorio, vicino al cittadino. Che l’accesso agli ospedali, alle visite, agli esami diagnostici doveva diventare più semplice, che i tempi delle attese dovevano tornare a essere umanamente accettabili. Ma così non è stato, anzi. Ormai da fine marzo la situazione Covid sta migliorando, in maniera costante, ma in parallelo la situazione dell’assistenza medica e ospedaliera non ha fatto un solo passo in avanti.
La situazione è catastrofica a cominciare dal Centro prelievi per gli esami ematici. Nei pronto soccorso le attese sono tornate quelle di sempre, cioè di ore e ore. La prenotazione delle visite specialistiche è un calvario; se fatte con il servizio sanitario pubblico le attese sono di mesi. Se invece opti per la visita privata, trovi posto anche il giorno dopo. Tutto questo non è più accettabile.
Signor direttore, ma lei sa che se non si dispone di uno smartphone non è possibile prenotare un prelievo di sangue al Papa Giovanni? La programmazione è disponibile soltanto attraverso una App da scaricare sul telefono. Per alcune persone, e non sono poche, questa modalità è impossibile. Sarà sorprendente, ma ci sono ancora molte persone che non sanno utilizzare uno smartphone, e non soltanto novantenni. E non tutti hanno la badante capace, o il nipote disponibile o il figlio o l’amico del figlio. Nel nostro ospedale non è previsto nessun percorso alternativo né per i disabili, né per gli anziani. Ci sono casi frequenti al Cup dell’ospedale di persone che fanno la fila e poi si vedono negare la possibilità di effettuare l’esame e vengono rimandate a casa perché non avevano fissato l’appuntamento attraverso l’App.
Un altro disagio forte riguarda le prenotazioni di visite specialistiche e di esami che si possono chiedere mediante il call center della Regione Lombardia. Dopo lunghe attese e una serie di numeri da digitare, alla fine si riesce a parlare con qualcuno, ma capita sovente che l’operatore o l’operatrice si trovino in difficoltà e debbano a loro volta rivolgersi al Papa Giovanni per chiedere delucidazioni. I tempi di attesa di allungano. Alla fine, di solito, l’eventuale visita al Papa Giovanni con il servizio pubblico è disponibile dopo parecchi mesi. Se si è disposti a percorrere molti chilometri per andare a Mantova piuttosto che a Legnano o a Sondrio allora i tempi di attesa di dimezzano. Altrimenti ci si può rivolgere alla visita privata che risulta magicamente libera nel giro di un paio di giorni. Mi chiedo, signor direttore: è giusto tutto questo? Un ospedale importante come il Papa Giovanni non potrebbe avere un servizio telefonico interno, come avviene, ad esempio, agli Spedali Civili di Brescia? Le visite per libera professione stanno riscuotendo un grande successo e talvolta gli orari vanno anche oltre le otto di sera. (...)