Mancate prescrizioni e certificazioni in ospedale: numeri «allarmanti» in Bergamasca
Pronto Soccorso il reparto "peggiore". Tra gli ospedali, il Papa Giovanni di Bergamo. Fimmg: «Situazione inaccettabile»
Mancata prescrizione di accertamenti, di certificazione di malattia/infortunio, di valutazione specialistica o dimissione da un reparto in occasione di un accesso in Pronto soccorso, di una valutazione specialistica o della dimissione da un reparto ospedaliero: i numeri, in Bergamasca, sono «allarmanti», frutto di una situazione «inaccettabile». A segnalarlo è Fimmg Bergamo (Fondazione Italiana Medici di Famiglia), che nel mese di giugno ha raccolto tramite un form dedicato le segnalazioni dei medici di medicina generale del territorio.
La Fondazione ha ricevuto 186 risposte, per un totale di 198 segnalazioni suddivise in 146 mancate prescrizioni di accertamenti richiesti in regime Sistema sanitario nazionale, 48 mancate certificazioni di malattia Inps e quattro mancate certificazioni di infortunio Inail. Numeri che, secondo Fimmg, altro non sono che la «punta dell'iceberg»: non è escluso infatti che i numeri effettivi possano essere maggiori.
Il Papa Giovanni tra i più segnalati
Ma come sono distribuite queste mancate prescrizioni nelle strutture della provincia? La classifica è guidata dall'ospedale Papa Giovanni XXIII con il ventuno per cento delle segnalazioni, seguito dal Policlinico di Ponte San Pietro con il 15,6 per cento e da Humanitas Gavazzeni con il 14,5 per cento. «Ovviamente va sottolineato il fatto che queste percentuali non tengono conto del volume di prestazioni della singola struttura e sono quindi da considerare come dati grezzi non ponderati», specifica la Fondazione.
Analizzando i singoli reparti, è emerso che l'unità operativa in assoluto "peggiore" - indipendentemente dalla struttura - è risultata essere proprio il Pronto Soccorso, con quasi un terzo delle segnalazioni totali (31,2 per cento). Al secondo posto la Cardiologia con l'11,3 per cento e al terzo posto l'Ortopedia con il 7,5 per cento.
«Sottolineiamo - aggiungono da Fimmg Bergamo - che queste quasi duecento prestazioni erano dovute, in quanto rientranti tra gli obblighi deontologici dei colleghi ospedalieri che hanno invece scelto di inviare il paziente dal loro curante con una richiesta impropria di prescrizione o certificazione. L'impatto sull'attività clinica dei medici di famiglia è enorme, ma non va dimenticato che dietro ognuno di questi numeri c'è un paziente, con le sue problematiche cliniche, talvolta anche gravi, che si è trovato rimbalzato da una struttura e ha dovuto richiedere al proprio curante una prestazione non dovuta, causando talvolta anche situazioni evitabili di conflitto».