Lunedì 23 settembre

Mancato rinnovo dei contratti, sciopero degli operatori di sanità privata e case di riposo

Tra lo stipendio di un infermiere del settore pubblico e quello privato c'è una differenza di circa duemila euro all'anno

Mancato rinnovo dei contratti, sciopero degli operatori di sanità privata e case di riposo
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Una differenza di stipendio che sia aggira attorno ai duemila euro all’anno, per svolgere le stesse mansioni nelle corsie di ospedali e cliniche: è quella che esiste tra lo stipendio base di un infermiere della sanità pubblica e uno di quella privata.

Il rinnovo del contratto nazionale non arriva, la trattativa non riprende, così i lavoratori della sanità privata e delle Rsa (infermieri, Oss, professionisti sanitari, tecnici e personale amministrativo) per i quali si applicano i contratti Aris-Aiop saranno in sciopero per l’intero turno lunedì 23 settembre prossimo.

Il mancato rinnovo

«Per il rinnovo precedente del contratto delle cliniche si era dovuto aspettare ben quattordici anni. La nuova attesa si prolunga ora già da quattro, cioè dal 2020, quando con grande ritardo questo contratto era stato siglato (già scaduto) per coprire il triennio economico 2016-2018» spiega oggi (mercoledì 18 settembre) Andrea Bettinelli della Fp-Cgil di Bergamo.

«Il rinnovo è vitale per valorizzare adeguatamente le professionalità di un settore che soffre cronicamente di una carenza di personale per la scarsa attrattività delle professioni sanitarie. Eppure, insieme ai colleghi del comparto pubblico, i lavoratori della sanità privata si fanno garanti della cura e della salute della popolazione, in un regime di accreditamento da parte delle regioni che li porta ad erogare le prestazioni anche per il Servizio sanitario nazionale» continua il sindacalista.

Il confronto tra sanità pubblica e privata per le retribuzioni degli operatori sanitari, dati Cgil

Tanti utili, ma chieste risorse allo Stato

«A fronte di enormi utili che alcuni gruppi della sanità privata stanno avendo anche sul territorio bergamasco, è più che doveroso un adeguamento delle retribuzioni che valorizzi finalmente il personale. Storicamente, poi, la firma del contratto della sanità privata segue a stretto giro quella della sanità pubblica. È stato così anche per il triennio del 2016-2018, ma non più successivamente».

Per la case di riposo, inoltre, la situazione per il sindacato sarebbe ancora più grave, perché i contratti Aris e Aiop per le Rsa sono scaduti entrambi da dodici anni e le associazioni datoriali non avrebbero mantenuto l’impegno assunto, con un accordo ponte, di procedere al loro rinnovo, unendo contestualmente i due contratti entro giugno.

«Invitiamo tutti i lavoratori ad aderire allo sciopero, ma siamo consapevoli che la necessità di garantire i contingenti minimi, per i servizi essenziali, comporterà che molti non potranno aderire - ha concluso Bettinelli -. È la conseguenza della carenza di organico e la coincidenza tra personale di servizio e contingenti minimi. È inaccettabile che le associazioni datoriali mettano come condizione per la ripresa della trattativa il fatto che lo Stato assorba parte dei costi del rinnovo. A fronte di tanti utili, con che coraggio si può chiedere che l’aumento degli stipendi dei propri lavoratori venga pagato da denaro pubblico?».

Le strutture coinvolte in Bergamasca

Nella nostra provincia, lo sciopero riguarda circa tremila addetti delle strutture presenti sul territorio, tra cui: Habilita (Poliambulatorio San Marco di Bergamo, Istituto di Neuro-riabilitazione di Zingonia, Ospedale Faccanoni di Sarnico), Humanitas (Clinica Gavazzeni e Clinica Castelli di Bergamo), Gruppo San Donato (Istituti Ospedalieri Bergamaschi: Policlinico San Marco di Zingonia e Policlinico di Ponte San Pietro), Istituto Clinico Quarenghi di San Pellegrino Terme, poi la Casa di Cura Palazzolo (Istituto delle Suore delle Poverelle), la Clinica San Francesco (Istituto Suore Cappuccine di Madre Rubatto), le tre sedi NephroCare di Seriate, Gazzaniga e Trescore, e le tre di Ferb a Trescore, Gazzaniga e Calcinate.

Ai dipendenti di queste cliniche si uniscono poi i circa trecento lavoratori delle Rsa con contratti Aris (non ce ne sono, invece, con contratto Aiop): la Rsa Sacro Cuore di Bergamo e la Rsa di Torre Boldone (entrambe collegate alla Casa di Cura Palazzolo-Istituto delle Suore delle Poverelle), poi gli istituti Don Luigi Guanella e Don Orione.

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