La polemica

Manifesti contro la comunità Lgbtqia+ a Bergamo, il Comune: «Errore dell'agenzia, rimossi»

Sono comparsi in alcuni spazi municipali, da qui la rabbia di Arcigay. Palazzo Frizzoni ha spiegato cos'è successo e fatto togliere le affissioni. Il grazie all'Amministrazione di Pd e Bergamo Pride

Manifesti contro la comunità Lgbtqia+ a Bergamo, il Comune: «Errore dell'agenzia, rimossi»
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Nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 giugno, a Bergamo sono stati affissi in diverse zone della città (in piazzale Oberdan, nei pressi della Montelungo, in via Codussi, in Borgo Palazzo...) dei manifesti della campagna nota con il nome "Scuole libere dal gender" e anti Lgbtqia+. Le affissioni occupavano spazi pubblici d'informazione gestiti dal Comune.

L'attacco di Arcigay Bergamo al Comune

Per questo motivo, l'associazione Arcigay Bergamo Cives, nella mattina di ieri, ha diffuso un duro comunicato stampa nel quale chiedeva conto all'Amministrazione di questi «manifesti transfobici, oscurantisti e violenti che colpiscono direttamente le persone trans, i percorsi di autodeterminazione e il diritto all’educazione inclusiva, diffondendo ignoranza e paura». Nel comunicato si aggiungeva che «a pochi giorni e nel mese dei Pride non si può permettere che la città sia invasa da messaggi di odio verso la nostra comunità. Non ci bastano le presenze istituzionali, vogliamo coerenza, assunzione di responsabilità, coraggio politico».

La risposta del Comune: «Un errore dell'agenzia»

A quel punto, chiamato in causa, Palazzo Frizzoni ha spiegato di non aver dato alcun permesso per le affissioni: «Bergamo è, e continuerà a essere, una città che promuove il rispetto e la dignità di ogni persona - ha comunicato il Comune attraverso una nota stampa - . I manifesti apparsi oggi in alcune vie cittadine contengono messaggi che non rispecchiano i valori dell’Amministrazione, né quelli della nostra comunità, da sempre attenta all’inclusione e alla convivenza civile. È quindi importante chiarire che non vi è stata alcuna autorizzazione».

Ma come ci sono finiti lì quei manifesti, dunque? Palazzo Frizzoni ha spiegato che «l'episodio è frutto di un errore da parte dell’agenzia che gestisce gli spazi pubblicitari, che ha proceduto all’affissione senza il necessario controllo. Un errore che abbiamo preso sul serio e che ha richiesto un intervento tempestivo: i manifesti sono stati infatti subito coperti».

Parallelamente, però, il Comune di Bergamo fa anche capire di non aver apprezzato i toni duri e, soprattutto, le accuse di Arcigay: «Riteniamo fondamentale che anche in situazioni delicate come questa si mantenga un clima di confronto rispettoso. Le accuse generalizzate rischiano di creare ulteriori divisioni, quando invece è necessario lavorare insieme per rafforzare una cultura di rispetto e responsabilità. Come Amministrazione, abbiamo sempre dimostrato con i fatti il nostro impegno sul fronte dei diritti e dell’inclusione, a partire dalle scuole, dalla cultura e dai servizi. Siamo e continueremo ad essere al fianco delle persone Lgbtqia+, con convinzione e continuità, non solo nel mese del Pride, ma ogni giorno».

Il grazie al Comune di Pd e Bergamo Pride

A supporto dell'Amministrazione è poi arrivato anche un comunicato a firma dell'intero gruppo consiliare del Pd a Bergamo: «Seminare allarme con affermazioni false e tendenziose è un atto grave che discredita indebitamente la scuola italiana e tutto il corpo docente. Ancora più grave è il contenuto offensivo di questi manifesti nei confronti delle persone Lgbtqia+ e, con loro, di tutte le cittadine e i cittadini che credono nel diritto di ciascuno a esprimere liberamente la propria identità sessuale. Si tratta di una libertà individuale che riguarda la sfera privata e che deve essere garantita in qualità di diritto fondamentale della persona». I dem hanno concluso affermando di apprezzare «l’operato della amministrazione comunale, che ha rimosso i manifesti in modo che tali strumentalizzazioni non trovino più alcuno spazio nella nostra città».

Un grazie all'Amministrazione per il pronto intervento è infine arrivato, in serata, anche dall'associazione Bergamo Pride, che su facebook ha scritto: «Non appena abbiamo ricevuto la segnalazione, abbiamo provveduto a informare il Tavolo istituzionale contro l’omo-lesbo-bi-transfobia, che ne ha prontamente organizzato la rimozione, in quanto in aperta violazione dell’articolo 4 bis del Decreto Infrastruttura, che prevede il divieto di affissione di propaganda discriminatoria. Ringraziamo il Tavolo e l’Amministrazione comunale per la sensibilità dimostrata e il pronto intervento. Se vedete questi manifesti nel vostro paese/città, potete richiederne anche voi la rimozione, meglio se inviando una Pec».

Commenti
RC

sì, il Medioevo.

Claudio

Francesco Giuseppe condivido. E vorrei vedere il Comune così solerte anche in altre situazioni.

Francesco Giuseppe

Non c'è alcun odio nei manifesti. In realtà l'odio lo vedo proprio nella prepotenza di questi signori, che hanno preteso la rimozione di manifesti che esprimevano opinioni diverse dalle loro. comunque a scuola non si devono dare informazioni del genere, mai! Le scuole pubbliche devono occuparsi di istruire i ragazzi, non a inculcare loro opinioni sol di qualcuno e non di altri. Il comune farebbe bene ad ascoltare la maggioranza dei bergamaschi, non solo una piccola minoranza prepotente.

claudio

@RC: Per favore, medioevo, per favore...

RC

“Censura”, “Lavaggio del cervello”? Torniamo al medioevo.

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