Marito e padre di una bimba di tre anni muore per un'embolia polmonare
Cristian Campigotto se n'è andato all'improvviso prima di Natale. Aveva 42 anni
Impossibile immaginare un Natale più buio per Federica Tadini e la sua bimba di tre anni, che da un momento all’altro hanno perso per sempre Cristian Campigotto, 42 anni, un compagno e un padre amorevole, stroncato all’improvviso da un’embolia polmonare.
Muore a 42 anni per un'embolia
La tragedia è accaduta un paio di settimane fa, e ora Federica, 39 anni, ha aperto il suo cuore per raccontare quei terribili momenti che hanno cambiato per sempre la sua vita. Negli occhi un’angoscia indicibile, ma il sorriso accogliente sulla porta di casa è quello di una donna che non si è fatta schiacciare dalla disperazione e cerca, con tutte le sue forze, di guardare avanti per la sua piccola, anche se la sua villetta in via Vittime dell’Annamaria adesso è spaventosamente vuota.
"Cristian era un uomo in piena salute, non soffriva di particolari disturbi - ha raccontato ancora incredula - giusto un malessere di stagione: faceva l’elettricista e aveva preso freddo lavorando fuori. La sera del 9 dicembre aveva preso sciroppo e tachipirina e si era messo sul divano. Alle 22.30 circa l’ho chiamato ma non mi ha risposto, allora ho spento la tv pensando che dormisse ma, quando mi sono avvicinata, ho capito che stava male: bava alla bocca e scuro in volto, le mani giallastre. Ho cominciato a scuoterlo ma non è servito. Solo pochi minuti prima delle 22 stava messaggiando con un cliente...".
L'arrivo dei soccorsi
Con una prontezza che nemmeno sapeva di avere Federica ha chiamato immediatamente il "118".
"Ho telefonato anche alla vicina che fa l’infermiera ma non ha risposto, allora ho contattato mia sorella - ha continuato rivivendo quegli istanti terrificanti - ho cercato di trascinarlo giù dal divano e di praticare il massaggio cardiaco. Poi sono arrivati i soccorsi: hanno tentato di rianimarlo ma Cristian era già morto. Pensavo fosse stato colto da arresto cardiaco e invece mi hanno detto che a ucciderlo era stata un’embolia polmonare, non sarebbe stato possibile salvarlo nemmeno se fosse stato ricoverato in ospedale".
Uno choc, da cui non è facile riprendersi.
"La mia bimba non lo sa ancora - ha spiegato con la voce rotta dall’emozione - non sarà facile ma devo stare bene per lei. E pensare che dopo tre giorni c’è chi mi ha importunato per questioni lavorative di Cristian... si pensa ai soldi anche di fronte alla morte".
L'amore per la famiglia e il suo Milan
"Non mi capacito di come possa essere successo - ha poi aggiunto con gli occhi bassi - Stavamo insieme da 20 anni, l’ho incontrato in una discoteca a metà strada tra Bergamo e Brescia, lui era di Calcinato. Gli piaceva la nostra zona e abbiamo vissuto per anni a Fornovo, solo da un anno e mezzo siamo arrivati qui in città, la casa non è ancora finita... Ci aveva messo l’anima e non se l’è nemmeno goduta".
Il 42enne era un uomo solare, amava la sua professione ed era un milanista sfegatato.
"Era una persona buona che dava il cuore a tutti e metteva l’anima nel suo lavoro - ha ricordato la 39enne - se si arrabbiava gli passava subito... Aveva una passione sfrenata per il Milan e un amico ha messo la sciarpa della squadra nel loculo dove è stato tumulato, nel cimitero cittadino".
Ma i suoi grandi amori erano la compagna e la sua piccolina, per la quale stravedeva.
"Viveva per noi, uscivamo spesso tutti e tre insieme - ha concluso Federica - la nostra bimba è la sua fotocopia: mi sta dando forza ma quando penso che crescerà senza un padre sto male, nessuno potrà mai colmare la sua assenza... Per i miei genitori Cristian era come un figlio e per la sua mamma sarà durissima: suo marito era mancato a 47 anni".
Il giorno dei funerali la chiesa era gremita, un ultimo abbraccio di parenti, amici e colleghi prima di accompagnare Cristian nel suo ultimo viaggio.