Medici infuriati per il nuovo software e caos burocrazia: altre storie di mala sanità
Il 28 dicembre, improvvisamente, il Pirellone informa che dal 1 gennaio c’è un altro “applicativo” che sostituisce programmi vecchi. Ma non funziona
di Paolo Aresi
Di male in peggio. È planato improvvisamente sulla sofferente sanità lombarda anche il nuovo programma informatico, la nuova piattaforma (“applicativo”) che doveva riunire i diversi “software” usati nella sanità della nostra Regione in modo che tutto filasse liscio e funzionasse a dovere.
Risultato: si è bloccato tutto. Praticamente i medici di base non riescono più a dialogare con il Sistema sanitario e con gli ospedali, nemmeno le ricette elettroniche si possono più fare.
In questa situazione di caos si sono aggiunte altre novità. Spiega Romina Zanotti infermiera dell’Assistenza domiciliare integrata: «È in corso la riforma delle cure domiciliari, prima i medici di base e le cooperative o società di assistenza domiciliare potevano stabilire il piano di assistenza con il paziente, di norma persone che non possono muoversi da casa, disabili, molto anziani, gravemente ammalati. Adesso dal paradigma della collaborazione si è passati a quello della gestione diretta da parte della Regione: tutto va comunicato e condiviso con il distretto sanitario, passo passo. Dalle cose semplici a quelle complesse. È chiaro che se la piattaforma informatica non funziona...».
A caos si aggiunge caos. La Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) è intervenuta con un comunicato stampa che spiega la situazione: «Il 28 dicembre siamo stati informati che l’applicativo che da anni usiamo sarebbe stato dismesso dal primo gennaio e sostituito da un diverso applicativo SGDT, attualmente in uso agli infermieri di famiglia, in una attività diversa da quella dei medici. La decisione, presa unilateralmente da Regione Lombardia, è stata tardivamente comunicata anche alle Asst, cogliendo di fatto tutti impreparati».
I dottori si sono ritrovati con il sedere per terra (...)