«Mio padre ha perso tutto»: raccolta fondi per Claudio dopo l'alluvione del 9 settembre
A lanciarla è la figlia Cristina, che racconta: «Lì dentro aveva gli strumenti di una vita. I soldi serviranno per la nuova officina»
di Marta Belotti
È passato ormai più di un mese da quel 9 settembre in cui il torrente Morla ha esondato causando danni e distruzioni in alcune parti della città. E, dopo lo spavento, dopo il tanto lavoro di volontari e proprietari, è arrivato il momento di fare i conti con la ripartenza.
Ma non è semplice, soprattutto per i piccoli artigiani come Claudio, che aveva un'officina in via Pontesecco, al confine tra Bergamo e Ponteranica. Lui in quell'esondazione ha perso tutto e a raccontarlo è la figlia Cristina Velluti, che ha anche lanciato una raccolta fondi per aiutare il padre a ripartire.
«Mio padre ha perso tutto»
«Papà aveva la sua attività, un'officina, alla quale ha lavorato per una vita e dove teneva le proprie attrezzature e dove si trovava anche nel momento dell'esondazione - racconta la figlia -. È rimasto appeso al soffitto per un'ora e mezza con l'acqua sempre più alta, disorientato e incapace di trovare l'uscita. Quando poi il livello si è abbassato è riuscito a gattonare fuori. Aveva diverse escoriazioni, una ferita profonda sul braccio e qualche costola rotta, ma è stato fortunato. Sarebbe potuta andare decisamente peggio».




Alla grande paura ha fatto poi seguito la constatazione dei grandissimi danni: «Dopo la tragedia del 9 settembre ha perso tutto - continua Cristina-. Era in affitto e i proprietari lo hanno caldamente invitato a disdire il contratto, perché il suo spazio è stato completamente allagato e, una volta riqualificato, verrà dato a un'azienda edile vicina. Il proprietario ha deciso così e mio padre non ha potuto fare molto per opporsi».
Un mese dopo, la rinascita
Dopo la tragedia quindi, anche la beffa, che però non ha scoraggiato Cristina: «Mi sono messa subito a cercare un altro posto per mio padre e alla fine sono riuscita a trovare una possibile nuova officina. Il contratto è stato firmato il 9 ottobre, esattamente un mese dopo e ho detto a mio padre "Oggi è il giorno della tua rinascita". Un grandissimo grazie va ad Alessandra, Andrea, Ilaria e Marco, i giovanissimi volontari che nei primi giorni ci hanno aiutato a spalare il fango e a salvare il (poco) salvabile. Sono stati loro poi a suggerirmi l'idea della raccolta fondi».
A cosa serve la raccolta fondi
Cristina spiega che quanto raccolto, per ora 3.600 euro, servirà in parte a pagare la caparra per la nuova officina in affitto, in parte ad acquistare le attrezzature di base che gli servono per il lavoro. «Quando ho detto a mio padre di non preoccuparsi che con i nostri soldi e quelli della raccolta avremmo potuto comprare gli strumenti necessari, lui mi ha fatto presente che quanto aveva nella sua vecchia officina lo aveva costruito in anni e anni di lavoro. Sono rimasta colpita e ho realizzato ancora di più quanta fatica e quanto lavoro ci avesse messo in quel posto. Nulla potrà quindi essere come prima, ma nonostante questo ripartiremo».