Monastero di Matris Domini a Bergamo, le monache restano (almeno) fino all'autunno
Si è tenuto un incontro in chiesa voluto da Archivio Bergamasco per ringraziare la comunità di clausura che si trasferirà in Toscana
di Paolo Aresi
«Non ce ne andiamo perché non amiamo Bergamo, anzi, resterà sempre nei nostri cuori e preghiere» ha detto suor Angelita Roncelli, ultima priora del monastero di Matris Domini, che sta per chiudere i battenti.
Lo ha detto durante l’incontro con la città avvenuto venerdì 21 giugno, un commiato che tuttavia non sarà immediato, che non avverrà prima di ottobre: le procedure di chiusura della comunità di Matris Domini presso la Curia vescovile di Bergamo e presso la Santa Sede non sono ancora ultimate.
Comunque Bergamo, che il trasloco avvenga oggi o fra sei mesi, ha perso la sua storica presenza di suore di clausura, si è impoverita, ha smarrito un centro di spiritualità, di etica, di cultura. Per la città è un danno, che non si misura certo in termini economici. È qualcosa di molto più importante.
Le suore domenicane se ne vanno per un motivo molto semplice. Ha spiegato suor Angelita nell’incontro di commiato con la città voluto da Archivio Bergamasco, dall’Ateneo di scienze, lettere ed arti e dall’Archivio di Stato: «Siamo rimaste in quattro e la vita della comunità ne risente». Quattro sorelle soltanto non possono scegliere una priora, devono appoggiarsi a un’altra comunità. Quattro sorelle, non giovani, non riescono a portare avanti una struttura importante come il monastero di Matris Domini. Dopo 750 anni fanno i bagagli; nessuno le ha mandate via, forse è lo spirito del tempo a obbligarle a partire, forse questa nuova Bergamo dinamica e competitiva ha comprato per loro il biglietto d’andata.
Anche la sindaca di Bergamo, Elena Carnevali, ha partecipato al saluto nella chiesa di via Locatelli e ha espresso il suo dolore dicendo di essere molto legata, per ragioni personali, a questo monastero. Ma nemmeno un sindaco può fare ripartire le vocazioni religiose. (...)