La normativa

Nel 2024 registrati 48 interventi dei forestali per combustione di scarti vegetali e rifiuti

Le leggi a vari livelli non autorizzano in pratica mai gli abbruciamenti, tranne che per alcuni casi particolari

Nel 2024 registrati 48 interventi dei forestali per combustione di scarti vegetali e rifiuti
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Da inizio 2024, i carabinieri forestali bergamaschi hanno registrato 48 interventi sul nostro territorio per fuochi accesi per bruciare scarti di vegetazione e immondizia, dando undici multe e denunciando due persone per abbruciamento di rifiuti.

Un reato per il quale si rischia la pena della reclusione da tre a sei anni, oltre a essere costretti a ripristino dei luoghi, risarcimento del danno ambientale e pagamento delle spese di bonifica.

Le normative regionali

Le diverse normative nazionali, regionali e comunali in sostanza vietano in toto la combustione di residui vegetali. Secondo infatti la DGR 2634 della Lombardia, sulla base del decreto-legge nazionale n. 69/2023, dal 1 ottobre al 31 marzo di ogni anno, gli abbruciamenti di residui vegetali in piccoli cumuli (inferiori a 3 metri steri) nel luogo di produzione sono vietati nei comuni con quota al di sotto dei 300 metri di altitudine.

In aggiunta, nello stesso periodo, il divieto si estende a tuti i comuni della provincia in caso di attivazione delle misure omogenee di primo livello per il miglioramento dell’aria, a prescindere dall’altitudine. Nei comuni con quota al di sotto dei trecento metri, dove quindi è vietata qualsiasi tipologia di abbruciamento, le multe possono andare da trecento a tremila euro e le uniche deroghe ammesse sono quelle a carattere fitosanitario.

Il divieto è valido anche per i falò rituali, come i "falò di Sant'Antonio", per i quali le indagini Arpa hanno dimostrato che la concentrazione di Pm10 nelle più vicine centraline di rilevamento è aumentata dalle quattro alle cinque volte, arrivando a valori fino a quattrocento milligrammi al metro cubo (il limite giornaliero è pari a cinquanta milligrammi al metro cubo.

I rischi vicino a boschi e arterie di traffico

I fuochi mal governati e gli abbruciamenti di residui agrari sono inoltre tra le più ricorrenti cause di innesco d'incendio boschivo, per cui nei periodi di alto rischio (dichiarati dalla Regione di anno in anno) è vietato qualsiasi abbruciamento a duecento metri dal bosco, senza deroga alcuna, così come sono vietate le azioni che anche solo potenzialmente potrebbero innescare un incendio (per esempio fumare e creare scintille con apparecchi).

Nella restante parte dell’anno è comunque vietato accendere fuochi a meno di cento metri dal bosco, se non per finalità selvicolturali, in piccoli cumuli, in giornate non ventose, spenti entro le 14 ora solare (le 16 se ora legale). Infine, siccome i fumi generati possono divenire pericolosi, come nel caso di vicinanza ad importanti arterie di traffico veicolare, i responsabili possono ricadere nel reato di pericolo previsto dall’articolo 674 del Codice penale, ovvero il getto pericoloso di cose.

Numeri utili

Per eventuali segnalazioni, il Gruppo forestale ei carabinieri di Bergamo invita a contattare il Numero unico emergenze 112 o il numero di pubblica utilità 1515 mentre, per informazioni, si può chiamare direttamente i Nuclei carabinieri forestali competenti per territorio.

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