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Nell'ambito di Dalmine e della Valle Imagna-Villa d'Almè c'è un aiuto in più per gli over65

Si tratta del Wyfy.With you For you, che promuove tutti i servizi dedicati agli anziani

Nell'ambito di Dalmine e della Valle Imagna-Villa d'Almè c'è un aiuto in più per gli over65
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«Chi si prenderà cura degli anziani sempre più a rischio isolamento?». Parte da questa domanda il progetto Wyfy - With you For you, che promuove gratuitamente tutti i servizi dedicati agli over 65 in oltre 37 comuni nei territori degli ambiti di Dalmine e della Valle Imagna-Villa d'Almè.

Un ampio partenariato

Il progetto nasce dalle Acli di Bergamo che insieme a Consorzio Sol.co Città Aperta, Consorzio Ribes, Fondazione San Giuliano, Enaip Lombardia, l'Azienda territoriale per i servizi alla persona di Villa D'Almè-Valle Imagna e grazie al finanziamento di Fondazione Cariplo, intendono insieme dare nuova struttura alle attività territoriali per la terza età, fronteggiando le diverse fragilità individuali, collettive cercando di aumentare il benessere psicofisico di tutti gli over 65. Tutte le informazioni qui.

37 comuni coinvolti

Il presidente delle Acli provinciali Roberto Cesa spiega: «La risposta di questo progetto è innanzitutto la ricomposizione dei servizi alla persona, fatto possibile solo lavorando in rete con altri soggetti. Non possiamo dimenticare infine l'emergenza degli anziani soli: è un fenomeno che ci spiazza e di fronte al quale non possiamo rimanere impotenti». Shaquille Bocchi, project manager, aggiunge: «Il progetto si propone di connettere i servizi e le opportunità dedicate agli over 65 in 37 comuni della provincia di Bergamo».

Le tre azioni

Le tre azioni cardine del progetto sono:

  1. Servizio di prossimità allo scopo di far emergere le risorse già esistenti a livello locale e integrarle nella rete. Ad oggi, sul nostro sito sono attivi 181 servizi e proposte dedicate.
  2. Custodia sociale. Si tratta di un servizio che stiamo affinando e che presenteremo nei prossimi mesi, per incontrare a domicilio gli anziani a rischio isolamento.
  3. Numero di telefono 035231122. È un punto di riferimento operativo 50 ore a settimana, che sarà il vero collante del progetto, degli stakeholders ai beneficiari.

Completano l'obiettivo del progetto un’attenzione particolare alla formazione, ai volontari, all’analisi dei dati attraverso un piano di monitoraggio e alla comunicazione.

Il Numero Unico

Inoltre, tra le azioni del Consorzio Solco Città Aperta partecipa al progetto Wy-Fy, c'è anche quella del Numero Unico. A spiegare come funziona è Patrizia Tironi, dirigente area welfare per il Consorzio Solco Città Aperta: «Il Numero Unico aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18a servizio dell'Ambito della Valle Imagna - Villa d'Almè e Ambito di Dalmine, è pertanto in primis un numero di prossimità e non di emergenza, con l’obiettivo di diventare punto di riferimento saldo a cui potersi rivolgere svolgendo 4 principali funzioni: accoglienza e ascolto, orientamento, valorizzazione del "capitale" del volontariato a supporto dei cittadini fragili, e infine punto di snodo e di ricomposizione per il territorio e per la rete».

Toccare con mano

Al momento, il numero unico è attivo e ha riscontrato l'interesse di chi è venuto a conoscenza del servizio dal volantino o dal medico di base/farmacia. Mitu Riva, operatrice del numero unico racconta: «Chiedono per sé o per i propri familiari in quanto caregiver. Allo stesso modo però, chiamano anche diversi operatori sociali, tra cui assistenti sociali, che cercano maggiori informazioni sul progetto ed un eventuale collaborazione».  

Belle storie

Riporta poi una vicenda che le è rimasta impresa, quella di un signore che è caregiver sia della madre che del padre, gravemente ammalati e lavora dieci ore al giorno. «La chiamata inizialmente verteva sull'orientamento - ricorda -: mi ha chiamato per ricevere maggiori informazioni sull’infermiere di comunità. Dopo avergli fornito le informazioni necessarie, ci siamo sentiti settimanalmente per aggiornarci e sentire come si sentisse in quei momenti di difficoltà. Lui stesso mi ha confessato che il servizio gli ha fatto sentire quella connessione umana di cui aveva bisogno in quel momento di fatica». 

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