Nelle nostre scuole ci sono 27 mila studenti bergamaschi che però non sono italiani
È il numero di bambini e ragazzi di origine straniera in età scolare in Bergamasca. Di questi, circa diciottomila sono nati nel nostro Paese
di Wainer Preda
Se lo ius scholae di cui tanto si è parlato durante quest’estate venisse applicato, in Bergamasca si aprirebbero le porte della cittadinanza italiana per circa ventisettemila minori. Tanti sono i bambini e i ragazzi di origine straniera in età scolare sul nostro territorio.
Antefatto
Passo indietro, per capire. Nei mesi di luglio e agosto, mentre gli italiani svernavano sulle spiagge, il dibattito politico si è infiammato sul diritto alla cittadinanza degli immigrati. Il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha messo sul tavolo, anche tatticamente, l’ipotesi di una riforma che passasse attraverso il cosiddetto ius scholae, mandando su tutte le furie gli alleati della Lega e di Fratelli d’Italia. Matteo Salvini ha replicato a muso duro che la priorità del governo è aumentare gli stipendi agli italiani. Il cognato della premier e ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha tagliato corto: «Non serve alcuna riforma». Il Pd si è ovviamente infilato fra i litiganti. E ha promesso di presentare a settembre una mozione in Parlamento per chiedere al governo di impegnarsi a cambiare le norme.
L’esigenza di una riforma è condivisa dal centrosinistra. Anche se Forza Italia ha avanzato una proposta con un taglio diverso rispetto alle ipotesi formulate dagli altri partiti finora. Gli azzurri puntano sul principio dello ius scholae per «dare la possibilità di diventare cittadino italiano a chi ha terminato il ciclo regolare della scuola dell’obbligo, che significa 10 anni di percorso, e dunque non solo ha imparato la nostra lingua, ma anche i valori fondanti della Repubblica, condividendoli», spiega il deputato azzurro Alessandro Sorte. Ciò consentirebbe di regolarizzate centinaia di migliaia di giovani stranieri, che si sentono italiani o figli di due Paesi.
I numeri in Bergamasca
Questi ragazzi sono in gran parte nati e cresciuti in Italia, Bergamasca compresa. Le loro famiglie sono per lo più integrate. Secondo i dati dell’Ufficio scolastico territoriale di Bergamo, riferiti all’ultimo anno, sono una fetta importante, il diciassette per cento, della nostra popolazione scolastica. E il trend è in costante crescita.
Degli oltre 27 mila attuali, due terzi sono nati in Italia (circa diciottomila). La Lombardia è la prima regione per numero di studenti stranieri (225 mila su un milione e centomila). E Bergamo la quinta provincia d’Italia per numeri assoluti, dopo Milano, Roma, Torino e Brescia.
Se poi guardiamo gli ordini, nelle scuole materne, elementari e medie della Bergamasca quasi uno studente su quattro è di nazionalità straniera. Alle scuole dell’infanzia gli alunni con cittadinanza non italiana sono oltre 4.600. Alle elementari oltre 10.400. Alle medie 6.300 e alle superiori 5.700. Quanto alle scelte (...)
Se non erro la proposta è di dare la cittadinanza al termine del percorso scolastico obbligatorio....quindi 8 anni...11 se si conta pure la materna... per me è più che giusto...anzi...sacrosanto...