Stop alle feste

Neo laureati (triennali), non festeggiate: l'Università di Bergamo non gradisce...

Schiamazzi, coriandoli, sporcizia in giro e mancanza di rispetto nei confronti di personale, docenti e rettore. Il Senato accademico adotta il pugno di ferro

Neo laureati (triennali), non festeggiate: l'Università di Bergamo non gradisce...
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di Andrea Rossetti

Visti i tempi che corrono, in Italia ma soprattutto negli States, si pensava (o meglio, si temeva) che la “Acampada-Intifada studentesca” organizzata a partire dal pomeriggio del 13 maggio nel chiostro della sede dell’Università di Bergamo di Sant’Agostino da ragazze e ragazzi di UniBg for Palestine (e altri collettivi cittadini) contro l’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza potesse creare grattacapi ai vertici dell’Ateneo. Invece, con un inatteso coup de théâtre, è stato il Senato Accademico dell’Università a prendersi la scena e a scatenare la polemica.

Basta festeggiamenti

Tutta colpa della delibera approvata il 14 maggio - nonostante l’astensione dei rappresentanti degli studenti presenti - con la quale si è deciso di sospendere le proclamazioni e le feste delle lauree triennali (solo quelle, non si sa bene perché) a causa di alcuni eccessi avvenuti negli ultimi tempi. In particolare, si contestano schiamazzi, comportamenti poco rispettosi verso personale dell’ateneo e addirittura nei confronti del rettore, Sergio Cavalieri, così come la sporcizia lasciata in giro dopo i festeggiamenti. Episodi che, nella comunicazione inviata a tutti gli iscritti, sono stati definiti «al limite dell’ordine pubblico». La goccia che pare aver fatto traboccare il vaso sarebbe stata l’accensione di un fumogeno all’interno delle sede di via dei Caniana durante l’ultima sessione.

Niente di nuovo...

In realtà, non si tratta di una novità. Già nel luglio 2019 una decisione simile dell’allora rettore Remo Morzenti Pellegrini creò attriti con gli studenti. In quell’occasione, si decise di vietare ogni tipo di festeggiamento all’interno delle sedi universitarie. Bastò poco per capire che, semplicemente, il problema venne spostato di qualche metro: coriandoli, bottiglie, bicchieri di plastica e allegati schiamazzi e festeggiamenti hanno continuato a “infastidire” l’Università, solo che da quel momento si sono trasferiti appena fuori dagli immobili dell’ateneo.

La vignetta di Luca Nosari del 2019 sul divieto di festeggiamenti dell'allora rettore Morzenti Pellegrini

Da lì il tentativo di trovare una via più “diplomatica” per risolvere la questione: il 26 giugno 2023, il Senato Accademico ideò un documento che, da allora, i futuri dottori vengono chiamati a sottoscrivere (tra i tanti da firmare nel momento della richiesta di laurea) e nel quale si chiede un’assunzione di responsabilità per il proprio comportamento durante i festeggiamenti e il compito di informare anche gli invitati per far sì che facciano altrettanto. Già allora, il rettore Cavalieri definiva «deflagranti» certi episodi avvenuti.

La risposta degli studenti

Tutto inutile. Eccoci dunque al pugno di ferro dei giorni scorsi. Che, comprensibilmente, non è andato giù a studenti e studentesse. Che non negano i fatti denunciati dai vertici dell’ateneo, ma sottolineano anche come sia ingiusto far pagare a tutti gli errori di alcuni. Non solo: si lamenta anche il fatto che la decisione sia stata presa senza alcun precedente confronto con la Consulta degli studenti e delle studentesse, i cui rappresentanti in Senato Accademico si sono infatti astenuti dal voto.

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