restauro costoso

Nessun abbattimento per la torre in calcestruzzo dell'ex acquedotto di Urgnano

Dalla minoranza la proposta di scegliere la «soluzione più opportuna», quindi la rimozione contro il parere della Sovrintendenza

Nessun abbattimento per la torre in calcestruzzo dell'ex acquedotto di Urgnano
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Svetta nel mezzo del parco di Castello Albani a Urgnano dal 1937 e il suo destino è di rimanere lì. La torre in calcestruzzo dell'ex acquedotto non potrà infatti essere abbattuta, ma dovrà essere manutenuta e ristrutturata. A deciderlo è la Sovrintendenza, che ha negato la richiesta di abbattimento del Comune, preoccupato dalle forti spese di restauro.

Contro la Sovrintendenza

La questione è dibattuta da tempo, ma a farla tornare in auge è stata la recente interrogazione della consigliera di opposizione Maria Rosaria Zammataro (Voltocivico), che ha riportato come esempio il comune brianzolo di Cogliate, dove invece si procederà all'abbattimento di un acquedotto simile.

«In quella sede, non sono stati posti vincoli o dinieghi da parte della Sovrintendenza - sono state le parole della consigliera riportate da L'Eco di Bergamo -. Riteniamo che il mantenimento allo stato attuale sarebbe la migliore condizione solo se non fossero necessari importanti interventi di messa in sicurezza. La Sovrintendenza ha voce in capitolo sulle decisioni da prendere e, in virtù dell'esempio fatto, applicando le stesse regole, possiamo immaginare che Urgnano possa essere libero scegliere la soluzione a esso più opportuna, nell'interesse della comunità».

I prossimi passi

Il sindaco Marco Gastoldi ha invece smorzato i toni, ricordando come, nonostante l'analisi commissionata abbia suggerito un abbassamento della struttura fino al piano terra (dove oggi si trovano i servizi igienici del giardino pubblico), questa strada non sia percorribile proprio per i vincoli posti dall'autorità superiore. L'amministrazione ha aggiunto che attualmente ha predisposto una fattibilità tecnico economica al fine di candidare l'intervento al bando 2024 per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio. La più recente analisi per la verifica della vulnerabilità sismica dl serbatoio pensile ha dato ancora tra anni di tempo per l'intervento.

Commenti
Ivan Caffi

Penso che l'abbattimento sia la soluzione più logica e razionale. Perché investire ingenti somme di denaro pubblico per la manutenzione di una struttura che non da benefici ne lustro al territorio? Oggi è stata demolita quella di Cogliate, simile a quella urgnanese. Dalla sovrintendenza della Lombardia due pesi e due misure, perché? Il Comune di Urgnano dovrebbe essere lasciato libero di spendere i propri soldi per opere che ritiene utili al territorio!

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