Il caso

Nuova antenna per la telefonia a Valtesse: schiaffo al paesaggio

Spuntata in tre ore alle spalle di via Bravi, tra un campo e l'altro del Tennis Club. Residenti sul piede di guerra

Nuova antenna per la telefonia a Valtesse: schiaffo al paesaggio
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Come spesso capita in questi casi, è stata alzata in fretta e furia, nel giro di tre ore, per evitare le proteste dei residenti, sconcertati. Meglio se di lunedì mattina, come era già accaduto lo scorso 23 ottobre a Monterosso, sopra l’ostello. Il copione è stato replicato per Valtesse, zona via Bravi, alle spalle del Tennis Club di via Ruggeri da Stabello. Proprio lì, tra due campi, lunedì 17 giugno è stata installata un’antenna per la rete 5G .

Residenti spiazzati

Chi abita nei dintorni non ne sapeva nulla. Inquietudini per la salute a parte, perché l’antenna è in mezzo alle case (ma in questo caso è l’Arpa a dover fare le necessarie valutazioni), è l’impatto paesaggistico a preoccupare: si tratta di una zona residenziale di pregio, tra Città Alta e la Maresana, al confine con il Parco dei Colli. Immersa nel verde.

Chi l’ha posizionata

Il Tennis Club è in affitto, il terreno è dell’Immobiliare Valverde. Presidente del Cda è Franco Togni (Automha): «Ci siamo accertati che la società avesse tutti i permessi – dice al Corriere Bergamo -. È tutto a norma di legge e di sicurezza ambientale e sanitaria».

La nuova antenna

Paesaggio mortificato

Con il decreto di attuazione del Pnrr, Dl 13/2023, sono stati introdotti in materia di infrastrutture per le telecomunicazioni provvedimenti di semplificazione a beneficio dell’industria delle Tlc, agevolando le procedure autorizzative degli impianti di telefonia mobile. «Un ennesimo colpo d’accetta – scrive Enrico Del Vescovo, consigliere nazionale di Italia Nostra - con cui vengono sottratte al Paesaggio e agli enti locali preziose garanzie di tutela».

Radiazioni non nocive, secondo lo Iarc

Le radiazioni non ionizzanti, secondo lo Iarc (International Agency for Research on Cancer, Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), non sono nocive, indipendentemente dalla generazione tecnologica nelle quali si impiegano (ora la 5G). Sono infatti classificate nel gruppo 2B, assieme ad altre 284 sostanze che possono tranquillamente trovarsi in commercio, perché non sono ritenute pericolose, ma dotate di «limitate evidenze di cancerogenicità sia negli esseri umani sia negli animali».

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