Sanità

Nuovo accordo regionale per i medici di base, Malanchini e Anelli: «colmata lacuna nazionale»

«Regione Lombardia – hanno proseguito – sostiene concretamente la sanità territoriale»

Nuovo accordo regionale per i medici di base, Malanchini e Anelli: «colmata lacuna nazionale»
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Ben quindici milioni di euro di incentivi per i medici di medicina generale: è quanto previsto dall'Accordo Integrativo Regionale (Air) sottoscritto da Regione Lombardia e le organizzazioni sindacali dei medici di famiglia.

Una grossa somma, che verrà suddivisa in vari punti: tra questi anche un compenso aggiuntivo per i medici operanti in aree funzionalmente e temporaneamente disagiate che si fanno carico di assistere i pazienti non iscritti a un medico di medicina generale. Inoltre, ai pazienti a cui non è possibile assegnare un medico, l'Accordo prevede la possibilità di attivare nei giorni diurni e feriali gli ambulatori medici temporanei (amt) in cui possono operare tutti i medici cosiddetti del “ruolo unico”, compresi i medici di famiglia del territorio.

«Il nuovo accordo ha l'obiettivo di sostenere le aree disagiate, sviluppare medici temporanei, valorizzare la medicina di gruppo e potenziare il personale di studio a supporto di medici con fondi specifici per le “unità complesse di cure primarie” e per programmi di screening– sottolineano il Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Lombardia Giovanni Malanchini e il capogruppo Lega in Consiglio regionale Roberto Anelli –. Un patto fondamentale per il potenziamento della sanità territoriale che guarda concretamente al miglioramento dei servizi per i cittadini e alla valorizzazione dei presidi sanitari».

Nell'intesa da poco sottoscritta, infatti, trovano spazio anche una serie di incentivi per la costituzione delle Associazioni Funzionali Territoriali (Aft) in cui il medico pur lavorando nel proprio studio è strettamente collegato con i colleghi. Fondi anche alle per le Unità Complesse di Cure Primarie – dove i medici operano nella stessa sede, accanto a specialisti – e la partecipazione attiva a campagne vaccinali, nonché ai programmi di screening.

«Con questo accordo si va a colmare una lacuna generata dalla mancanza di un accordo a livello nazionale – proseguono Anelli e Malanchini –; deve essere chiaro che abbiamo recepito molte richieste di medici e che è Roma a dove fare la sua parte. La burocrazia? Chiaramente un problema, ma vorremmo sottolineare che è un problema nazionale. Confermiamo, come sempre, la massima disponibilità a verificare in modo puntuale le situazioni critiche segnalate e a intervenire. Siamo pienamente d'accordo che il sistema delle cure primarie possa essere ulteriormente migliorato, ma siamo altrettanto convinti che il metodo utilizzato per giungere a questo accordo sia stato quello migliore per perseguire gli obiettivi stabiliti».

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