«Obbligato a pagare il biglietto alle Piscine Italcementi, anche se sono il responsabile del Cre»
Lo sfogo di don Nicola Brevi, dell'oratorio dell'Immacolata, dopo l'ennesimo episodio avvenuto mentre portava i ragazzi nella struttura: «La motivazione? Che tutti pagano»
«Non mi appartiene uno stile rivendicativo e denunciatario, ma trovo spiacevole e di cattivo gusto quanto accaduto». Così si apre la lettera di don Nicola Brevi, responsabile del Cre dell'oratorio dell'Immacolata, nella quale ha voluto rendere noto quanto accaduto (e accade da diversi anni a questa parte) alle Piscine Italcementi di Bergamo: anche il curato, seppur in veste di accompagnatore, si è visto costretto a pagare il biglietto d'ingresso.
«Dopo molti anni con migliaia di ragazzi accompagnati settimanalmente presso la struttura, nonostante i problemi di sicurezza di questi ultimi anni cui si è tentato di porre rimedio, ancora una volta ho dovuto constatare che il responsabile di tutti questi ragazzi (cioè io) è stato obbligato a pagare il biglietto d'ingresso. Con l'esplicita motivazione (ovvia) che tutti pagano», scrive don Brevi.
A nulla sarebbe valso il «cordiale tentativo» di chiedere spiegazioni del curato. «Oggi, peraltro, abbiamo scelto, nonostante la pioggia e il clima non ideale, di non ritirare all'ultimo la nostra presenza e gradirei che questo sforzo venisse riconosciuto se non con una riduzione monetaria (mai peraltro accordata in questi lunghi anni, per me sei ma molti di più con altri sacerdoti), almeno con uno stile cordiale e attento verso chi si prende la responsabilità di raggiungere a piedi lo stabilimento balneare», ha proseguito il don.
Chiaramente non una questione monetaria, «ma civile» - come scrive don Brevi, che ha poi concluso la sua lettera così: «Ho deciso di renderlo noto affinché si possa tornare a uno stile accogliente e attento verso chi sceglie di valorizzare strutture della città, senza migrare altrove. Ho scelto per amore di verità e di libertà, nonché per la passione educativa che rende possibile ogni anno il miracolo del Cre all'Immacolata e altrove, di darne una certa visibilità. Per costruire e non per demolire».
Le guide turistiche sono trattate diversamente.
Un accompagnatore porta i bambini in piscina per lavoro, non per svago. Anche gli insegnanti di molte scuole accompagnano i loro alunni alle lezioni di nuoto e a loro non viene chiesto di pagare il biglietto d'ingresso, anche perché se succedesse questo gli insegnanti si rifiuterebbero di svolgere tale servizio. Quale categoria lavora per pagare? Nessuna. Tutte lavorano per essere pagate. Non ho mai saputo di un autista dei bus che deve pagare il biglietto per poter svolgere il suo lavoro...Quindi perché un accompagnatore di minori in piscina ( che portano soldi alla piscina) dovrebbe pagare per svolgere il suo lavoro?
Dai che commenti superficiali, il Don porta ragazzi paganti in piscina per offrire un servizio alla comunità, non va per usufruire della piscina. E gli viene chiesto di pagare? Manca il buon senso a questo punto.
Non mi sembra etico che si chieda di entrare con molti ragazzi in una piscina privata senza pagare, solo perché si considera "accogliente". La proprietà privata ha dei diritti e i proprietari devono essere rispettati e pagati per il loro lavoro e le risorse investite. Se l'intento è benefico, sarebbe più corretto negoziare uno sconto o un accesso gratuito, anche se penso che sia più adatto pagare un prezzo scontato piuttosto che niente.
Giusto che tutti paghino.. Calcolando che la curia tutta non solo di Bergamo ha più soldi di tutti noi messi insieme.. Come dice il curato se non è una questione monetaria allora paghi.. Senza tanta pubblicità che non serve..