Case di riposo

Operatori delle Rsa, oltre alle retribuzioni sono la serenità e la qualità del lavoro che contano

Risolvere il problema delle paghe troppo basse per la Cisl è importante, ma si deve anche migliorare la relazione con gli ospiti

Operatori delle Rsa, oltre alle retribuzioni sono la serenità e la qualità del lavoro che contano
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Rinnovare il contratto Uneba (quello maggiormente applicato nelle Rsa) con nuove modalità non basterà per rendere di nuovo attrattive le professioni di cura e assistenza agli anziani: a dirlo è la Cisl che, insieme a Cgil e Uil, sottolinea come serva anche un approccio diverso alla professione, che ne migliori la qualità, e per questo vanno individuate nuove figure che aiutino chi lavora nelle strutture nell'accudire gli ospiti.

Rilanciare il lavoro in Rsa

«Nel breve periodo serve creare benessere lavorativo, sgravando il carico di lavoro eccessivo degli ultimi anni e rendere più gratificante il mestiere, aumentando il lavoro di squadra - ha spiegato il sindacato -. Nel medio-lungo periodo bisognerà investire sull'attrattività delle professioni e le offerte formative, rideterminando anche le responsabilità professionali in ragione delle specifiche competenze. Cambiamenti importanti dovranno essere messi in atto sull'organizzazione del lavoro, sgretolando quell'incredibile rigidità che impedisce l'adattamento, in primis ai bisogni di salute e di cura e ai vari setting assistenziali da adottare».

L'invito alle case di riposo è di aprirsi di più al confronto con il sindacato, per alleggerire il carico di lavoro fisico ed emotivo, agire sull’organizzazione e sul riconoscimento delle professionalità e delle disponibilità degli operatori. Si chiedono turni meno stressanti e sfiancanti, piani che escano dalla logica della sola esecuzione di un susseguirsi di compiti, in favore di un approccio alla cura per obiettivi e progetti.

Modalità stressanti e paghe proibitive

«Attualmente - continua la Cisl - la qualità del lavoro è ancora penalizzante, in molte Rsa: ci sono turni che sembrano non finire mai e troppo spesso si lavora con una-due unità in meno rispetto al necessario, vivendo costantemente sotto pressione: le doppie o triple notti consecutive, i rientri in servizio da riposo, i permessi negati, i Rol (Riduzione orario di lavoro, tipi di riposo al lavoratore che non influenzano la retribuzione) accumulati, le banche ore e ferie arretrate ai massimi storici».

Queste per il sindacato le dinamiche con cui gli operatori hanno a che fare, a fronte di paghe proibitive per reggere il costo della vita (poco più di 8 euro l'ora per gli Asa/Oss. Secondo i rappresentanti si è passati da un minutaggio assistenziale di 1.400'-1.600' nel periodo prima del Covid, ai 1.000'-1.100' attuali: per loro quindi la qualità dei servizi erogati e delle cure ha comunque subito un ridimensionamento importante e ciò è percepito come frustrante dagli operatori.

«Nella relazione di cura la fretta incrina tutti i rapporti: tra operatori, con i coordinatori e le dirigenze, con i residenti e con i famigliari - ha concluso Cisl -. I limiti di tempo imposti creno una spirale di frustrazione e la velocità di svolgimento dei compiti genera una percepita sensazione di trascuratezza, sia in chi riceve le cure che in chi le garantisce».

Commenti
Michele

Se tu paghi come dici tu io lavoro come dico io, se tu paghi come dico io io lavoro come dici tu

Michele

La serenità è conseguente a buoni stipendi e contratti a lungo termine, come x i direttori....

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