La sentenza

Orfani ucraini, arriva il decreto di rimpatrio: dovranno lasciare Rota Imagna, Bedulita e Pontida

Il Tribunale dei minori ha motivato la decisione con il carattere temporaneo dell'accoglienza e la sicurezza delle strutture in patria

Orfani ucraini, arriva il decreto di rimpatrio: dovranno lasciare Rota Imagna, Bedulita e Pontida
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Il Tribunale dei minori di Brescia ha notificato ieri (venerdì 26 luglio) il decreto di rimpatrio degli orfani ucraini ospitati a Rota Imagna, Bedulita e Pontida, dopo la petizione delle famiglie bergamasche contro la misura che aveva portato, nel giro di poco tempo, alla raccolta di numerose firme.

Il rientro non prima di Ferragosto

I Comuni bergamaschi ospitano i minori dell'istituto di Berdjans’k, a distanza di circa ottanta chilometri da Mariupol, da marzo 2022, quando l'invasione da parte della Russia era iniziata da poco. Un primo gruppo era già tornato in patria nell'agosto dell'anno scorso, adesso invece toccherà a 60 dei 63 ragazzi ancora presenti nella nostra provincia.

In ogni caso, il rientro non dovrebbe avvenire prima di Ferragosto, per dare loro il tempo di prepararsi alla separazione dalle comunità e dalle famiglie che li hanno accolti in questi oltre due anni in Italia.

Le motivazioni del Tribunale dei minori

La decisione del Tribunale dei minori è dovuta a tre motivazioni. Ovvero, la garanzia da parte dell'Ucraina che i minori, che hanno un'età compresa tra i 6 ed i 17 anni, saranno portati in due luoghi sicuri e lontani dal fronte; ma anche alla possibilità di essere adottati da famiglie ucraine e all'esito dei colloqui con la presidente del Tribunale, nei quali la maggior parte di loro ha manifestato il desiderio di tornare nel Paese d'origine, pur rimanendo insieme agli altri.

Chi invece avrebbe preferito rimanere in Italia, secondo il Tribunale, non avrebbe saputo fornire particolari spiegazioni, manifestando un generico e comprensibile timore di tornare nella propria nazione, con il conflitto ancora in corso.

Il collegio che ha emesso il decreto ha inoltre ricordato che, secondo il Consiglio d'Europa del 25 gennaio scorso, qualora l'Ucraina non crei condizioni pericolose per i minori, questi possono essere rimpatriati, considerando che la loro accoglienza all'estero ha carattere temporaneo e se i funzionari ucraini ritengono che il loro ritorno, in località dichiarate sicure, sia una misura opportuna.

I dubbi sulle strutture ucraine

Gli orfani sono destinati a una struttura che si trova al confine con la Romania e a Oleksandrivka, a cento chilometri dal fronte. In quest'ultimo luogo, però, lo scorso 18 luglio un autocarro che trasportava aiuti umanitari è stato colpito da un drone russo, sebbene non siano state registrate vittime.

Proprio l'eventuale rischio che i minori potrebbero correre rientrando in Ucraina è una delle preoccupazioni dei paesi e delle famiglie che li hanno accolti in Bergamasca. Un dubbio al quale si aggiungono le eventualità che nelle strutture del loro Paese ci possano essere situazioni di disagio quotidiano.

I tre orfani che rimarranno nel nostro Paese sono invece un 17enne che a breve diventerà maggiorenne e sarà adottato da una famiglia statunitense, un quindicenne sottoposto a procedimento penale e un altro ragazzino per motivi di salute. Nel frattempo, qualche tutore bergamasco starebbe anche pensando di ricorrere alla richiesta di protezione internazionale per chi vuole restare in Italia. Una procedura che potrebbe, almeno per un certo periodo, congelare il rientro.

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