Organico carente e celle sovraffollate: dal 19 aprile stato d'agitazione al carcere di Bergamo
La protesta è stata indetta dai sindacati di polizia penitenziaria, che evidenziano: «Molti detenuti sono anche affetti da patologie psichiatriche di varia natura e gravità»
Gravi carenze nell’organico del personale di polizia penitenziaria, tagli alle ore di straordinario, un numero di detenuti definito «ben oltre la soglia tollerabile» e mancanza di un comandante di reparto in pianta stabile da giungo del 2018.
Sono queste le principali criticità alla base dello stato d’agitazione proclamato lunedì 19 aprile dalle rappresentanze sindacali del personale di polizia penitenziaria in forza al reparto del carcere di Bergamo. Problematiche che a detta dei sindacalisti «attanagliano l’istituto da anni, rimaste inascoltate dall’amministrazione penitenziaria ai vari livelli».
Sappe, Sinappe e Fns Cisl, in virtù di un organico di polizia penitenziaria insufficiente, hanno chiesto che venga inviato nel carcere di Bergamo un numero idoneo di agenti una volta terminato il corso di formazione che si sta svolgendo. Soprattutto, il taglio delle ore di straordinario assegnate alla casa circondariale non consente la copertura dei posti di servizio nei reparti, dove ad oggi si sono raggiunti tra i detenuti livelli record. «Molti sono anche affetti da patologie psichiatriche di varia natura e gravità», sottolineano i sindacalisti.
Lo stato di malessere tra il personale è evidente, tanto che da martedì 27 i lavoratori hanno inasprito la propria protesta, effettuando l’astensione della mensa di servizio per sensibilizzare l’amministrazione penitenziaria.