Due vitelli sbranati da un orso in alpeggio, l'allevatore «Dovremo cambiare strategia»
L'animale ha colpito in alta Val Seriana, nella località Lantana del Colle Vareno, attaccando il bestiame della Fattoria della Felicità di Onore

«Non rinuncerò alla montagna, ma serviranno nuove precauzioni» ha dichiarato l'allevatore e veterinario Stefano Gusmini, dopo che un orso ha attaccato due vitelli dei suoi vitelli nel settembre 2024. L'uomo ha deciso di rivedere le pratiche dell'alpeggio per proteggere il bestiame.
Il caso di Onore
Un orso di passaggio ha colpito in alta Val Seriana, nella località Lantana del Colle Vareno, attaccando due vitelli della Fattoria della Felicità di Onore. La predazione è avvenuta in un alpeggio dove erano presenti circa 20 bovini. La polizia provinciale ha confermato che si tratta dell'unico caso registrato nel 2024 in Bergamasca, dove il plantigrado non è stabile ma si sposta in dispersione dal Trentino-Alto Adige.
Come riporta L'Eco di Bergamo, l'episodio si inserisce in un contesto di crescente pressione della fauna selvatica sugli allevamenti, con un aumento delle predazioni da parte di lupi e orsi, e un impatto sempre maggiore sugli agricoltori della zona.
«Nuove strategie per difendere gli animali»
«Ogni anno subisco danni dai selvatici, con sei ettari rovinati nel 2024 e ben quindici l'anno prima, ma questa è la prima volta che un orso attacca il mio bestiame - racconta Gusmini -. Ho trovato un vitello sbranato e, dopo qualche giorno, il secondo, predato nello stesso identico modo. La polizia provinciale ha accertato la predazione». Un episodio che si aggiunge alla scomparsa di altri due vitelli nel 2023, mai più ritrovati.
«Sono un veterinario e gli animali sono il mio pane quotidiano» spiega l'allevatore, che ha deciso di non rischiare oltre e di modificare la gestione del pascolo: «Non farò più partorire le vacche in alpeggio. Ritarderò i parti a dicembre, quando gli animali sono in stalla, così in primavera i vitelli saranno più grandi e meno vulnerabili agli attacchi dei predatori».
«L'alpeggio è fondamentale»
Nonostante la difficoltà di convivere con i predatori, Gusmini non intende rinunciare all'alpeggio, una pratica essenziale per il benessere del bestiame. «Gli adulti non hanno problemi, sono i piccoli a essere presi di mira. Bisogna adattarsi, cambiare strategia, ma non si può scappare dalla montagna».
Il tema della coesistenza tra allevatori e fauna selvatica resta centrale, anche alla luce del recente declassamento del lupo da specie "strettamente protetta" a "protetta", che potrebbe aprire nuovi scenari nella gestione del problema.
sono pienamente d'accordo con il Sig.Francesco Giuseppe,comunque non è semplice proteggere le proprietà e gli animali rispettando i termini di legge
I predatori fanno il loro mestiere e noi, che siamo altrettanto parte della natura, il nostro. Dobbiamo riprendere a difenderci e difendere le nostre proprietà e animali, da loro e da quelli che procurano danni, snche per incidenti stradali, come cervi e cinghiali.
Il seguito dell'articolo sul lupo a Schilapario. Commento identico.
Rivedere la strategia è quella di sorvegliare il bestiame, trigà come facevano i nostri vecchi. Piu comodo stare al bar.