L’allarme

Ospedali impegnati sul Covid, ridotti di un terzo gli screening sui tumori

Monito lanciato dalle strutture sanitarie e dalle associazioni della Bergamasca: si rischia uno tsunami

Ospedali impegnati sul Covid, ridotti di un terzo gli screening sui tumori
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La gestione del Covid ha assorbito le energie degli ospedali e delle strutture bergamasche, che hanno sottolineato più volte come fosse necessario non sovraccaricare le terapie intensive. Molte attività nel 2020 e nel 2021 sono state sospese a causa della gestione della pandemia, ma tra queste c'erano anche gli esami per l'individuazione e la monitorazione dei tumori.

Un problema, dato che aspettare dei mesi per fare uno screening non permette di intervenire tempestivamente. Dai dati che sono emersi recentemente: le persone che non hanno fatto esami sono state intorno alle decine di migliaia.

La denuncia parte dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Dario Violi, che numeri alla mano fa presente come nella Bergamasca ci sia stato un calo degli screening oncologici effettuati del 29,6%. Il coronavirus ha reso difficoltosa la prosecuzione del processo di prevenzione nelle tre Asst bergamasche, cioè il Papa Giovanni XXIII, la Bergamo Est e la Bergamo Ovest. Così, mentre si affrontavano le ondate del Covid, e mentre i virologi ne paventano sempre di nuove, ora viene fuori che sono migliaia gli esami andati persi, che potevano contribuire a prevenire i tumori o ad agire in tempo nel curarli.

Il Papa Giovanni XXIII nel 2020 ha fatto il 53,31% di mammografie in meno rispetto al 2019. Se si considera il periodo di gennaio-marzo, nel 2021 ne sono state effettuate il 75,6% in meno rispetto a due anni fa. All’Asst Bergamo Ovest c’è stato un calo nel confronto tra 2019 e 2021, nello stesso periodo, del 22,5%, mentre alla Bergamo Est del 52,9%. Numeri preoccupanti, se si tiene conto che, intervenendo tempestivamente, possono guarire l'87% delle donne affette da cancro al seno. Senza tener conto degli esami per gli altri tipi di tumore, come quello al colon, tra i più pericolosi assieme a quello sopracitato.

Forse sarebbe il caso, mentre si tiene sotto controllo il coronavirus, che i vertici ritornino su questa importante questione, almeno per evitare che dopo le ondate Covid arrivi un'ondata di malati di tumore, che hanno la stessa dignità e gli stessi diritti di chi si trova in terapia intensiva attaccato a un respiratore.

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