Problemi tecnici e non solo

Paladina-Sedrina, interviene la Provincia di Bergamo: «Non ci sono alternative al progetto attuale»

Il dirigente del settore Viabilità di via Tasso spiega il motivo per cui non sarebbe possibile intervenire in altro modo

Paladina-Sedrina, interviene la Provincia di Bergamo: «Non ci sono alternative al progetto attuale»

La Provincia di Bergamo ha aggiunto un nuovo capitolo all’annosa questione della PaladinaSedrina. In una nota firmata dal dirigente del settore Viabilità Massimiliano Rizzi, nonché responsabile del progetto, l’ente chiarisce: «Al progetto attuale non vi sono alternative», tagliando così fuori tutte le altre proposte, irrealizzabili non solo da un punto di vista tecnico ma anche legato a espropri e funzionalità dell’opera.

Un progetto indispensabile o da depennare?

Negli ultimi mesi si è riacceso il dibattito sulla Paladina-Sedrina, terzo lotto della Tangenziale Sud di Bergamo, in particolare con i recenti problemi di traffico lungo la statale 470, accentuati dopo la frana in territorio di Ubiale-Clanezzo che ha costretto il sindaco a chiudere la strada, almeno finché il tratto non sarà messo in sicurezza.

Due i fronti principali: chi critica la Paladina-Sedrina, tra cui ambientalisti e cittadini del Parco dei Colli, e chi invece la ritiene un progetto indispensabile per il territorio della Val Brembana, come il vicesindaco di San Pellegrino Terme Vittorio Milesi, che ha scritto alla premier Giorgia Meloni.

Qualunque alternativa di percorso o realizzazione, in ogni caso, non è fattibile: così Rizzi, nella sua nota, chiarisce alcuni punti legati all’opera. In primis si parla di costi, come riporta Val Brembana Web: per realizzare l’opera servono 528 milioni di euro, che diventano 450 milioni per Anas, soggetto realizzatore, considerando che per la società l’Iva non costituisce un costo.

Per realizzare il progetto, ha poi aggiunto Rizzi, sono state inoltre organizzate delle assemblee pubbliche a Bergamo come a Villa d’Almè e San Pellegrino Terme, a cui hanno preso parte sia cittadini che amministratori. Ma quali sono queste alternative proposte e, secondo il dirigente, irrealizzabili?

Dal raddoppio al nuovo viadotto

Tra le più gettonate, proposte nei mesi scorsi da comitati e cittadini, ci sono il raddoppio delle corsie lungo la strada già esistente e la realizzazione di un nuovo percorso-viadotto che va dal Ponte della Regina al Ventolosa, sopra il fiume Brembo. Tutte le proposte sono state “bocciate” in partenza da Rizzi, per diversi motivi.

Dal punto di vista tecnico, infatti, le alternative non rispettavano le stringenti norme legate alla progettazione stradale, ovvero raggi di curvatura, pendenze e intersezioni. Sicurezza e fluidità, quindi, non sarebbero assicurate. Altro grave problema è legato agli espropri, oltre all’impatto che risulterebbe maggiore rispetto alla situazione attuale. Inoltre, secondo Rizzi, non avrebbero risolto comunque la situazione del traffico.

Infine, un’ultima nota per quanto riguarda l’effettiva realizzazione di quest’ultimo lotto di Tangenziale Sud: la Provincia la sua parte l’ha fatta, concludendo l’iter progettuale. Ora tocca a Governo e Anas effettuare la valutazione di impatto ambientale, la progettazione esecutiva e i lavori, per i quali ancora non c’è la totale copertura economica.