L'interrogazione

Palazzo Frizzoni sul Polaresco: «Impossibile lasciare lì gli arredi. Priorità al gestore uscente contro la normativa»

I consiglieri Carrara e Ribolla (Lega) chiedevano di permettere a Doc Servizi di conservare il mobilio e un riguardo nel nuovo bando

Palazzo Frizzoni sul Polaresco: «Impossibile lasciare lì gli arredi. Priorità al gestore uscente contro la normativa»
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Lo scorso primo luglio, i consiglieri comunali Alessandro Carrara e Alberto Ribolla (Lega) avevano presentato un'interrogazione sulla richiesta di sgombero da parte di Palazzo Frizzoni al gestore, ovvero Doc servizi.

Le richieste nell'interrogazione

L'affidamento era scaduto a novembre, ma poi era stata concessa una proroga fino al 30 giugno. Arrivati a quella data, dal Municipio era quindi arrivata la disposizione di svuotare gli spazi dalle attrezzature e dal mobilio di proprietà della società, per permettere lo svolgimento di lavori di riqualificazione.

La Doc servizi, tuttavia, dopo aver inviato una manifestazione d'interesse per il nuovo bando, aveva domandato se fosse possibile lasciare lì quanto di sua proprietà. Questo in quanto lo spostamento prima di conoscere l'esito della gara avrebbe comportato un costo che si sarebbe potuto, a suo parere, evitare lasciando tutto al Polaresco.

Proprio alla richiesta della società avevano fatto riferimento i due leghisti, domandando al Comune se non avesse senso il ragionamento e se non fosse possibile permettergli di conservare gli oggetti all'interno della struttura. Inoltre, si chiedeva se non fosse possibile, dato il buon lavoro svolto negli anni, concedere una sorta di priorità al gestore uscente.

«Il gestore conosceva il contratto»

Da Palazzo Frizzoni, tuttavia, dopo aver già in precedenza confutato la possibilità che si generi abbandono e degrado (dubbi espressi sia nell'interrogazione che dalla stessa società) si è risposto picche, per diversi motivi. Innanzitutto, perché il gestore conosceva le clausole del contratto e sapeva perfettamente che, alla scadenza dell'affidamento, avrebbe dovuto svuotare gli spazi. In aggiunta, sarebbe abbastanza difficile condurre gli interventi in quegli ambienti, da parte dei lavoratori, senza danneggiare il mobilio o quanto di proprietà del privato. Niente da fare pure per la priorità al gestore uscente: una modalità che, come chiarito dalla Giunta, andrebbe contro la normativa europea e danneggerebbe il principio di libera concorrenza.

«L’articolo 2 del contratto di concessione in uso dell’immobile dello Spazio giovanile Polaresco, sottoscritto nel mese di aprile dell’anno 2017, testualmente recita: "Alla data di scadenza dell’affidamento i locali dovranno essere riconsegnati all’Amministrazione ripristinati allo stato della consegna (salvi la normale usura e gli interventi autorizzati)"» hanno spiegato dall'Amministrazione.

«Tale clausola era pertanto ben nota al concessionario-gestore sin dal momento della stipulazione del contratto originario e dallo stesso è stata accettata senza obiezioni o richieste di modifica. Non essendo stata in alcun modo contemplata nel contratto originario la possibilità di conservare gli arredi temporaneamente negli spazi, nelle more dell’espletamento delle procedure di rassegnazione, si ritiene che tale onere, per quanto “gravoso”, sia stato opportunamente valutato dall’operatore economico all’atto della partecipazione alla procedura di gara».

«Impossibile lasciare lì gli arredi»

Il concessionario aveva anche domandato di poter lasciare negli spazi interni del Polaresco i propri arredi, fino alla pubblicazione del nuovo bando, ma pure quest'istanza è stata respinta.

«L'ha presentata tramite posta elettronica ordinaria il 24 giugno, solo sei giorni prima della scadenza della concessione, quando l’Amministrazione aveva ormai da tempo pianificato ed organizzato le attività da porre in essere successivamente. In particolare, era previsto che alcuni spazi sarebbero stati messi a disposizione di Centri ricreativi estivi cittadini nell’ambito dell'iniziativa "Estate Insieme 2025" fino al 5 settembre.

Nel contempo, era previsto l’avvio dei sopralluoghi e dei rilievi degli spazi da parte dei tecnici comunali, preliminari all’avvio dei lavori di riqualificazione e messa in sicurezza della porzione di immobile al piano terra».

La presenza di arredi e attrezzature dell’operatore economico uscente, secondo il Comune, avrebbe creato problemi e richiesto l’approntamento di idonee misure di gestione delle interferenze e di valutazione dei relativi rischi, anche di possibile danneggiamento degli arredi. Misure che non avrebbero potuto essere adottate nei pochi giorni tra la presentazione della richiesta e la scadenza del contratto, ovvero quattro giorni lavorativi.

Inoltre, ciò avrebbe inciso sulla valutazione del rischio incendio, che è una delle attività da svolgere prima della riassegnazione dell’immobile. I locali sono stati alla fine restituiti all’Amministrazione, liberati da ogni arredo, il 18 luglio scorso.

«Priorità contro la libera concorrenza»

«La normativa vigente in materia di concessione di immobili e di affidamento di servizi vieta la possibilità di riconoscere una qualsiasi prelazione, o precedenza o riserva, all’operatore economico uscente, alla scadenza di un precedente contratto - ha infine precisato la Giunta -. La previsione di una priorità sarebbe palesemente in contrasto con i principi di libera concorrenza del mercato, di parità di trattamento e di non discriminazione sanciti dalla normativa europea derivata dal trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, oltre che dalla legislazione nazionale».