Ha fatto molto discutere la rapina avvenuta domenica 21 dicembre a Milano, in una traversa di Corso Buenos Aires, per la quale sono stati arrestati quattro giovani della Bergamasca. A farne le spese è stato un 15enne bloccato, minacciato e trattenuto per quasi un’ora dal gruppo, dei “maranza” come li ha descritti la mamma di uno degli amici del ragazzo, anche loro aggrediti, in una lettera affidata alle pagine di Corriere Milano.
«Il fenomeno dei maranza un’emergenza sociale»
«Sono molti i temi di cui vorrei parlare – si legge -. C’è il racconto di mio figlio, che mi restituisce l’immagine di uno dei quattro aggressori, il più piccolo, il più defilato, che dice agli altri di smetterla e di andarsene e che, una volta in questura, scoppia in un pianto disperato. Un’immagine che non riesce a smettere di straziarmi il cuore».
«C’è la descrizione di una ragazza poco più grande di mio figlio, completamente fuori di sé, strafatta di droga e ubriaca. C’è il “capo” della gang, spietato ma al tempo stesso inesperto, goffo nei suoi errori da ragazzino. C’è poi il tema scottante, che non posso ignorare: sì, erano tutti ragazzi stranieri, tranne la ragazza».
«Oggi non posso fare a meno di chiedermi se non sia ipocrisia negare che a Milano il fenomeno dei cosiddetti “maranza” stia diventando una vera emergenza sociale». Ma a spingere la donna a scrivere non è tanto la riflessione sul cambiamento in atto nella città meneghina, quanto l’indifferenza generale nella quale si è svolta l’aggressione.
«Durante l’ora da incubo vissuta dai nostri ragazzi, nessuno, ma proprio nessuno, li ha aiutati. Alle otto di sera, nel pieno centro di una città affollata di persone intente a fare acquisti natalizi. L’amico di mio figlio, il ragazzo sequestrato e spogliato, trascinato in maglietta e calze tra corso Buenos Aires e le vie limitrofe, chiedeva aiuto ai passanti, ma nessuno si è fermato».
Soltanto dopo quasi un’ora qualcuno è intervenuto: «Un ragazzo di Glovo e un uomo sulla cinquantina si sono accorti di lui. Nel frattempo mio figlio e gli altri amici rifugiatisi in una pizzeria per chiamare la polizia e chiedere aiuto, non sono stati in alcun modo soccorsi quando sono usciti per non perdere di vista l’amico che veniva trascinato via», ha concluso la donna, con amarezza e indignazione.
Arrestati tutti e quattro
Il gruppo di aggressori è composto da un ventenne nato in Tunisia e tre minorenni: una quindicenne residente a Bergamo e due ragazzi di Scanzorosciate e Gorle. Tutti risultavano già noti alle forze dell’ordine. Il maggiorenne è stato condotto nel carcere di San Vittore, mentre i tre minorenni sono stati accompagnati all’istituto penale minorile Beccaria.
Ai giovani della nostra provincia vengono contestati i reati di rapina, tentata estorsione, sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale.