di Marco Boffa
Sono tempi difficili per le parrocchie, provate da cambiamenti epocali e sempre più in ristrettezze economiche. A farne le spese sono anche le strutture parrocchiali come il Cineteatro di Zanica, luogo storico e attivo dal 1956, che ha rappresentato un importante polo per il paese come sala di proiezione e ospitando tantissime manifestazioni come concerti e rappresentazioni teatrali capaci di raccogliere e intrattenere la comunità.
Questo fino al 2019, quando le luci della struttura si sono spente. La crisi del cinema, unita alla concorrenza spietata delle grandi e moderne multisale, hanno portato a un progressiva disaffezione per il luogo, rendendolo antieconomico e conseguentemente portandolo all’inattività. L’emergenza Covid ha fatto il resto, portando a una chiusura definitiva.
La parrocchia di Zanica, rendendosi conto con dispiacere della situazione, ha provato a dare una scossa: già l’anno scorso convocò un’assemblea pubblica per accendere i riflettori sul tema, e più recentemente ha rilanciato la questione con una nuova assemblea, lunedì 24 giugno in oratorio, invitando istituzioni e associazioni, gruppi e privati cittadini che avessero a cuore il futuro del cineteatro.
Nonostante la concomitanza con la partita della Nazionale di calcio, l’assemblea è stata molto partecipata. Innanzitutto è stata chiarita la situazione, che pare complicata. La parrocchia ha fatto effettuare un esame tecnico, che ha evidenziato come la struttura necessiti di importanti interventi di sistemazione, di messa a norma e adeguamento degli impianti, con costi minimi necessari per un’eventuale riapertura di oltre 168 mila euro. A questi andrebbero aggiunti poi costi di gestione, manutenzione e ulteriori migliorie. Un impegno insostenibile per la parrocchia, che quindi cerca interlocutori per raccogliere idee e disponibilità al fine di varare un progetto concretizzabile.
Tra gli attori disponibili e presenti all’assemblea vi è il comitato cittadino “Amo Zanica”, che in un post sui social a firma di Beppe Traina riassume la propria posizione: «È emersa nella discussione l’ipotesi concreta, anche da noi sostenuta, che prima di investire denari privati (perché per quelli pubblici si necessita di altro), bisognerà tracciare un percorso programmato di utilizzo e gestione concreto (…)