Chi l'avrà vinta?

Ponte che collega Almenno San Salvatore e Ubiale Clanezzo, battaglia a colpi di ordinanze

Tutto ha avuto inizio col provvedimento che istituisce il senso unico sulla strada che li collega, ma anche la Comunità Montana è contraria

Ponte che collega Almenno San Salvatore e Ubiale Clanezzo, battaglia a colpi di ordinanze
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Cartelli di divieto al posto degli scudi; post che si librano nei cieli dei social affilati come lance; duelli a colpi di ordinanze. Potrebbe essere il buon inizio per un poema "eroicomico", invece è la storia vera della battaglia attualmente in corso tra Almenno San Salvatore e Ubiale Clanezzo per la regolamentazione del passaggio sul ponte che collega i due paesi. O forse è meglio dire che li divide.

L’ordinanza per il senso unico

Dopo quaranta giorni di lavoro durante i quali il ponte demolito è stato ricostruito, è iniziata la disputa su chi, come e quando possa avere il diritto di passarci. Con ordinanza datata 2 settembre, il Comune di Almenno San Salvatore ha istituito «il senso unico di circolazione per tutti i mezzi, eccetto i residenti di Almenno San Salvatore e Ubiale Clanezzo, nelle giornate di domenica e festivi dalle ore 16 alle ore 24».

Il divieto si limita a interessare la strada fino al confine con l’altro paese e nella direzione che da Almenno porta a Ubiale. L’ordinanza aggiunge il «divieto di accesso a tutti i veicoli provenienti dalla strada comunale di Ubiale Clanezzo (sempre eccetto i residenti dei due comuni), nelle giornate di domenica e festivi dalle 16 alle 24». In poche parole, la domenica pomeriggio, da Almenno a Clanezzo, si può andare, ma la strada non si può percorrere in senso opposto.

Il no di Clanezzo e della Comunità Montana

A imbracciare le armi per opporsi a questa decisione è stato il Comune di Ubiale, ma anche la Comunità Montana, il cui presidente Jonathan Lobati ha affidato ai social il suo sfogo: «Ho appreso della scelta dell'amministrazione comunale di Almenno San Salvatore di istituire un senso unico su via Clanezzo, alla domenica e nei giorni festivi, così da eliminare l'unica via alternativa alla congestionata ss470 della Valle Brembana anche in caso di incidente, costringendo di fatto una valle di 40.000 abitanti (più turisti) all'isolamento in diverse occasioni. Voglio ricordare che il territorio della Valle Brembana ha stanziato 1.8 milioni per proseguire la progettazione della Sedrina Paladina, che è la soluzione dei problemi viabilistici della Valle ma che sembra interessare poco, sia alle istituzioni, sia all'opinione pubblica in generale. Ecco, pensiamo a questo, quando ci troveremo praticamente ogni volta che ci sarà un incidente praticamente isolati dal mondo».

Non solo, Lobati ha scritto proprio ieri (9 settembre) una lettera al sindaco di Almenno per chiedere la revoca o modifica della sua ordinanza. «I toni della lettera - racconta Lobati -, come nel mio stile, sono pacati, istituzionali e concilianti, offrendo anche un assist ai due comuni per chiedere alla Provincia di sostenerli nelle manutenzioni della tratta (che, ricordo, è stata realizzata anche con fondi sovraccomunali). L'obbiettivo poi, per chi ha letto e capito il post, è più complesso ed è quello di tenere alta l'attenzione sul completamento della Tangenziale sud, opera di cui a mio avviso si parla troppo poco».

Il sindaco di Almenno San Salvatore risponde

Non si è fatta attendere la risposta del sindaco di Almenno San Salvatore, Michele Sarchielli, anche questa subito ricondivisa sui social: «Voglio sottolineare che sul ponte di Clanezzo vige il divieto per i veicoli con larghezza superiore ai 2,10 metri e il divieto di portata sopra i 35 quintali, nella via oltretutto la larghezza non consente la realizzazione di un marciapiede a salvaguardia dei pedoni e in certi tratti può transitare solo un veicolo alla volta. Ribadisco che il tratto di strada interessato dall'ordinanza è comunale e rientra nel centro abitato. Ricordo al presidente che Almenno San Salvatore appartiene alla Comunità Montana Valle Imagna e che, forse, prima di scrivere che ci sarà un incontro, era meglio chiamare il diretto interessato. Prima di criticare le ordinanze dei Comuni bisognerebbe conoscere la realtà dei fatti ricordando che la sicurezza dei cittadini viene prima di tutto, onde evitare di avere una vittima».

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