Quando andrà la Prefettura nel Palazzo della Libertà? Forse mai (ripensamenti in corso)
«Siamo un obiettivo sensibile, meglio pensare ad altre soluzioni», dice Enrico Ricci. Intanto arrivano sei milioni per la manutenzione
di Angela Clerici
Il prefetto Enrico Ricci sul futuro del Palazzo della Libertà mostra qualche perplessità. L’idea di un pian terreno del Comune di Bergamo, utilizzato in chiave culturale gli piace molto. Ma non gli sembra che possa convivere con gli uffici della prefettura. Spiega Ricci: «L’idea del Comune di dedicare tutto il primo piano all’arte e alla cultura è molto bella, la condivido pienamente. Penso all’ampiezza degli spazi, al grande affresco, all’auditorium. Ma ho qualche perplessità sul fatto che ai piani superiori possano restare o aumentare gli uffici della prefettura. Attualmente abbiamo degli uffici con entrata dalla via Zelasco, per esempio il settore che si occupa delle pratiche di regolarizzazione di lavoratori stranieri. Ma portare tutta la prefettura al palazzo della Libertà in coabitazione con le iniziative culturali... il fatto è che i nostri spazi rappresentano un obiettivo sensibile, un luogo delicato per l’ordine pubblico. Potrebbe essere meglio pensare a nuove soluzioni, e che il Palazzo della Libertà venga da noi liberato».
Il pensiero del prefetto fa pensare a nuovi e vecchi scenari. Per esempio che l’edificio progettato da Alziro Bergonzo possa diventare interamente luogo di cultura e che magari tutte le funzioni della prefettura vengano raggruppate nel palazzo di via Tasso. In questo caso sarebbe la Provincia a migrare in nuovi spazi. Per quanto riguarda l’edificio costruito nel 1936 con particolare maestria, nel recente passato erano state avanzate diverse proposte, tra le altre quella della “Casa della Musica”, che il palazzo ospitasse quindi conservatorio, la sala concerti, luoghi per associazioni musicali, sale registrazioni…
Intanto da Roma è rimbalzata la notizia che è stato approvato l’emendamento presentato dal senatore bergamasco Antonio Misiani per velocizzare l’utilizzo di uno stanziamento (già deciso) fino a sei milioni di euro da parte dell’Agenzia del Demanio per potere avviare in tempi rapidi gli interventi di manutenzione straordinaria necessari al palazzo. (...)