Quattro ore di coda all'hub di Dalmine per il vaccino anti-Covid, le spiegazioni di Ats
Il direttore Giupponi interviene sulle polemiche dei giorni scorsi: «È stata una situazione eccezionale, con le sue motivazioni»
di Laura Ceresoli
«Nella fase di rilancio della campagna vaccinale e con i numeri che si stanno facendo, qualche disservizio può capitare e di questo ce ne scusiamo con le persone coinvolte ma, insieme, chiediamo anche comprensione». Così il direttore generale dell’Agenzia di tutela della salute di Bergamo, Massimo Giupponi, interviene sulle polemiche sfociate nei giorni scorsi in seguito alle lunghe code di oltre quattro ore registrate all'hub vaccinale di Dalmine.
D'altronde i numeri parlano da soli. Sono quasi 130 mila le terze dosi di vaccino anti Covid-19 inoculate in Bergamasca dal 20 settembre al 2 dicembre. Un risultato importante, che vede la provincia di Bergamo contribuire in misura significativa alla campagna di Regione Lombardia. Nelle 128.629 somministrazioni rientrano anche 9.264 ospiti di Rsa (residenze anziani). Ma non solo: sul mese di dicembre i centri vaccinali della Bergamasca hanno già oltre 165 mila prenotazioni e una disponibilità residua di circa 51 mila, con una potenzialità media di oltre 9 mila vaccinazioni al giorno, considerando anche le domiciliari e altre categorie.
«È una macchina, quella dei centri vaccinali afferenti alla Asst Bergamo Ovest, in grado di garantire con 31 linee aperte dall'1 dicembre e altre 14 disponibili da parte di Asst Bg Ovest per altri erogatori, nel complesso anche 7 mila somministrazioni al giorno - prosegue Giupponi -. La Asst Bergamo Ovest ha pure assicurato numeri da capogiro nella fase critica della vaccinazione di massa. Quanto accaduto all’Hub di Dalmine ha carattere di eccezione ma, soprattutto, ha ben precise spiegazioni. Innanzitutto le linee in funzione il 2 dicembre a Dalmine erano cinque. In secondo luogo va ricordato che chi ha prenotato per la terza somministrazione anti Covid19 può richiedere, senza prenotazione, anche l’inoculazione del vaccino antinfluenzale: un’operazione aggiuntiva che ha i suoi tempi tecnici e che, moltiplicata per un elevato numero di presenze, comporta inevitabilmente un ampliamento dei tempi di attesa del tutto non prevedibile».
Vanno poi considerati altri due elementi, indipendenti dal centro vaccinale: le disposizioni del Ministero della Salute prevedono l’accesso libero per il personale medico/infermieristico, per il personale scolastico docente e non docente e per le forze armate, tutte categorie che possono presentarsi senza preavviso e che non sono programmabili. L’unica certezza è che devono effettuare la terza dose entro il 15 febbraio.
Infine, ultimo ma non meno importante, il ruolo dei vaccinandi: «Le persone spesso tendono ad arrivare con un eccessivo anticipo rispetto all’orario della prenotazione...