Quercia caduta al Parco Suardi, dubbi sui controlli: «Certi danni non rilevabili dagli esami»
La minoranza critica le analisi svolte dagli incaricati, ma l'assessora fa delle precisazioni e annuncia nuovi standard per la sicurezza

Ancora una volta, nel dibattito cittadino ci sono finiti gli alberi: stavolta oggetto di un'interrogazione - presentata il 15 luglio dall'opposizione (Lega, FdI, FI e Lista Pezzotta) - è quanto avvenuto il 13 luglio al Parco Suardi, dove una quercia di notevoli dimensioni è caduta su una sezione vicina alla strada, sull'inferriata e parte della carreggiata.
Le richieste di chiarimenti dell'opposizione
Un evento che, per la minoranza in Consiglio comunale, solleverebbe dubbi sull'effettiva sicurezza nella riapertura dei giardini pubblici dopo il nubifragio del 7 e dell'8 luglio, così come sulle procedure adottate dai tecnici incaricati per capire se le piante fossero stabili. Motivo per cui avevano chiesto di poter conoscere come si fossero svolte queste analisi e se non fosse il caso di tenere ancora chiuse le aree verdi, per fare ulteriori accertamenti. Inoltre, si era avanzata la richiesta di adottare misure standard vincolanti, per appurare la salute delle piante ad alto fusto.
«Il cedimento dell’albero dimostra la presenza di piante non adeguatamente controllate o messe in sicurezza, nonostante il parco fosse stato oggetto di lavori di verifica prima della riapertura» avevano commentato nel documento i consiglieri.
«La tempestività della riapertura dei parchi dopo il maltempo solleva dubbi sull’effettiva conclusione delle necessarie verifiche tecniche e sullo stato di salute delle alberature coinvolte. Dagli articoli comparsi sulla stampa locale nelle giornate del 14 e 15 luglio, si evince che l’Amministrazione comunale era a conoscenza da tempo delle condizioni dell’albero caduto, il quale risulterebbe “monitorato”. Una dichiarazione che, lungi dal rassicurare, evidenzia semmai un mancato intervento preventivo e dunque una responsabilità ancora più grave nella gestione della sicurezza all’interno del parco».
Ruzzini: «Alcuni danni non rilevabili da esami»
A rispondere nel dettaglio è stato l'assessore al verde pubblico, Oriana Ruzzini: «A partire dalla mattinata dell'8 luglio gli agronomi del Servizio verde pubblico, insieme alle ditte incaricate e Aprica, hanno operato sul territorio per ripristinare la sicurezza sulle strade e nelle aree verdi. I parchi storici, come il Suardi, sono stati particolarmente attenzionati, poiché ricchi di vegetazione di pregio, come la quercia oggetto dell'interrogazione» ha spiegato l'esponente di Giunta.
«L'esemplare era stato monitorato a gennaio con analisi strumentali, dendrodensimetro e pulling test. I valori riscontrati al colletto erano risultati nella norma, sul fusto era stata rilevata una cavità compartimentata, che non comprometteva in modo significativo la stabilità complessiva». La pianta era stata potata nella parte apicale, per il riequilibrio, e aveva subito una rimonda del secco (cioè avevano tolto i rami secchi, ndr) nel periodo precedente al nubifragio. L'8 luglio, la quercia era stata controllata e a detta di Ruzzini «non presentava cedimenti visibili, né zolla sollevata, né criticità del colletto».
Allora cos'è successo il 13 luglio? «Si è verificato il cedimento della parte sommitale dell'albero, che infatti non ha interessato la base del tronco né l'apparato radicale, ma che ha provocato uno sbrancamento con la perdita di circa metà della chioma. le alberature dei parchi sono state tutte controllate dopo la tempesta e seguono iter di monitoraggi puntuali» ha chiarito l'assessore.
«I fenomeni meteorologici violenti, dovuti al riscaldamento globale, indeboliscono le alberature e provocano danni non sempre visibili all'esame visivo o strumentale, se la fragilità interessa branche o rami alti, non interessati dalle prove di trazione». Rispetto agli standard da applicare in futuro, Ruzzini ha concluso che il Servizio verde pubblico nelle ultime settimane ha elaborato una Carta della vulnerabilità, a cui seguirà un Piano di gestione del rischio arboreo.
«In questo modo, sarà possibile individuare con sempre maggiore accuratezza le priorità di intervento in termini manutentivi, anche in seguito a eventi meteorologici straordinari».