Raddoppio della Ponte San Pietro-Montello: presidi il 10 marzo per una «modifica del progetto»
Comitati e associazioni si raduneranno ai passaggi a livello di San Tommaso e di Boccaleone chiedendo una metropolitana leggera
«Se Regione Lombardia, Provincia e Comune di Bergamo avalleranno il progetto definitivo del raddoppio della Ponte San Pietro-Bergamo-Montello, la nostra città diventerà famosa non solo come capitale della cultura, ma anche come "città dei muri"».
Le pesanti ricadute sociali, paesaggistiche e ambientali del raddoppio della linea ferroviaria sono state più volte denunciate dai comitati di quartiere e dalle associazioni ambientaliste, che hanno ribadito più volte anche come la loro posizione non sia di contrarietà al treno, bensì all’attuale progetto, che dovrebbe lasciare spazio a un sistema di collegamento ferroviario differente.
Per ribadire le proprie ragioni e per informare quante più persone possibili di ciò che accadrà, giovedì 10 marzo, dalle 7.45 alle 10 e dalle 16.30 alle 19, i cittadini si riuniranno all’altezza dei passaggi a livello di San Tommaso e di Boccaleone per manifestare il proprio dissenso. Sarà l’occasione per chiedere nuovamente alle Istituzioni di trovare le risorse necessarie per riprogettare questo collegamento, «sostituendo la ferrovia con un sistema metropolitano che consenta a tutti di poter usufruire di un mezzo di trasporto moderno, efficiente, efficace e di qualità, al pari di quelli già esistenti a livello europeo».
Nei piani di Rfi la messa in sicurezza del tracciato ferroviario porterebbe alla creazione di un muro di pannelli fonoassorbenti, lungo oltre 5 chilometri e alto 7 metri, che dividerà gli abitati di Curno e Mozzo, oltre ai quartieri cittadini da San Tommaso a Boccaleone. «Una frattura che ferirà per sempre Bergamo, visibile anche da Città Alta, con un forte impatto non solo paesaggistico ma anche sociale, per le persone che abitano lungo la ferrovia e i cittadini che quotidianamente la attraversano – sottolineano i comitati e le associazioni -. Per non parlare del consumo di suolo agricolo per farne depositi e aree di cantiere».
Il progetto di Rfi prevede la chiusura definitiva al transito dei veicoli all’altezza dei passaggi a livello di Curno in via Roma, di Bergamo in via Moroni e in via Recastello, che potranno essere attraversati solo grazie a sottopassi ciclo-pedonali. «La chiusura dei passaggi a livello in città può avere senso solo a fronte di un progetto di ridefinizione della viabilità complessiva – proseguono -, che non comporti problematiche per le fasce sociali più fragili, ma diventi piuttosto occasione per fornire nuove possibilità di collegamento e di vivibilità dei quartieri. Scuole, negozi, farmacia, parrocchia, posta, luoghi di cura e di attività sociali e ricreative devono essere più facilmente raggiungibili da chiunque abiti in città».
L’attuale progetto, definito «antimoderno», andrebbe a scapito della proposta di rendere il collegamento Ponte San Pietro-Bergamo-Montello una linea simile a una metropolitana leggera sull’esempio del tram della Val Seriana, ossia un sistema con più stazioni e maggiori frequenze nel transito dei convogli.
«Un investimento così importante – concludono cittadini e associazioni - sia in termini economici sia in termini di prospettiva, è importante che si apra all’ascolto di tutte le istanze provenienti dal territorio e che colga l’occasione per pensare a soluzioni di lungo respiro. Pensiamo che un servizio metropolitano leggero, interrato nell’attraversamento dei quartieri cittadini, sia una proposta che risolverebbe la maggior parte dei problemi che l’attuale progetto presenta».