Rigettato

Ragazza morsa a una natica, non sarà reintegrato il medico che refertò «cane buongustaio»

Respinto in toto il ricorso del professionista che chiedeva la reintegrazione e il rimborso dei mancati introiti dovuti all'allontanamento

Ragazza morsa a una natica, non sarà reintegrato il medico che refertò «cane buongustaio»
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Non sarà reintegrato il medico che scrisse «morso di cane buongustaio» sul referto di una paziente che lo scorso luglio si era rivolta al Pronto Soccorso del Mandic di Merate dopo esser stata ferita dall'animale di un amico. Il ricorso del medico è stato rigettato dalla sezione lavoro del Tribunale di Lecco.

L'allontanamento del professionista

Il caso era emerso dopo che il Giornale di Merate-Prima Merate aveva pubblicato un ampio articolo sull'accaduto e della segnalazione fatta all’Urp (Ufficio relazioni al pubblico) dalla giovane che si era sentita molestata. L'Asst di Lecco aveva quindi chiesto alla società che aveva fornito il medico, la Medicalpama, di allontanare il professionista, avviando delle indagini interne. A distanza di alcune settimane il medico chiese tuttavia di essere reintegrato.

Il referto "incriminato"

Il ricorso del medico

Nel ricorso avanzato davanti al Tribunale di Lecco, il medico sosteneva che fosse nulla la clausola in ragione della quale «in qualsiasi momento l'Asst può richiedere l'allontanamento del personale ritenuto non idoneo per giustificati motivi che l'aggiudicatario dovrà prontamente sostituire». Questa clausola infatti, secondo il ricorso del professionista, sarebbe «elusiva dei doveri inderogabili sanciti dall'articolo 2103, commi 8 e 9 del Codice Civile e dell'articolo 18, comma 5 bis, del Decreto legislativo numero 276/2003, che in buona sostanza vietano il trasferimento del lavoratore se non per comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive».

Respinto in toto

Il giudice del lavoro ha tuttavia ritenuto infondato questo aspetto in quanto riferito a lavoratori subordinati e non a lavoratori autonomi come il medico in questione. Il Tribunale ha inoltre rigettato in toto il ricorso del medico anche per quanto riguarda le istanze avanzate da quest'ultimo per i mancati introiti dovuti all'allontanamento. Ancora una volta il giudice del lavoro si è espresso in senso contrario al medico, sottolineando che il professionista avesse percepito circa 17mila euro al mese per l'attività svolta nel Pronto soccorso di Merate in quanto specialista in chirurgia d'urgenza e che, oltretutto, presta attività ambulatoriale nell'Ospedale di Salerno. Di conseguenza, può tranquillamente «far fronte con risorse economiche provenienti da risparmi o comunque dall'esercizio dell'attività libero professionale».

Pagherà lui le spese

Rigettate tutte le sue istanze, il medico è stato infine condannato a pagare le spese del giudizio all'Asst di Lecco. Le speranze del professionista di poter tornare ad operare (e, come ricordano i colleghi di Prima Merate, probabilmente di non perdere i 17mila euro mensili che guadagnava per i servizi prestati al Pronto soccorso del Mandic) si sono quindi del tutto dissolte con il decreto di rigetto emesso il 20 ottobre dalla giudice Federica Trovò.

Commenti
Francesco Giuseppe

Laùr dé macc. Solo in Italia si perde il lavoro per una battuta. Insensato. I sindacati zitti e muti ovviamente, in difesa di tutti tranne che dei lavoratori veri. È veramente così grave fare una battuta o un complimento ad una ragazza? Che mondo meschino e triste.

Pezzotta Aurora

Ma fatevela una risata e fine. Si potrà crocifiggere una persona per questo? Preoccupatevi degli specialisti incapaci invece che sono tanti

Matteo

Salta subito all'occhio un tal importo a tal stipendio mensile, commisurato alla professionalità di certo, ma allora tutti questi cervelli in fuga, che i medici non sono pagati abbastanza, che la professione non riconosce i meriti, sono tutte bufale?

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