Rfi ammette che un semi-interramento della tratta è possibile, ma non si farà per costi e tempi
Una delle alternative proposte dai residenti di Boccaleone è tecnicamente possibile. La politica però tira dritto per finire l'opera entro le Olimpiadi invernali del 2026 e non perdere i finanziamenti
di Federico Rota
Nel comitato di Boccaleone si respira la soddisfazione di aver sentito per bocca di Rfi (Rete ferroviaria italiana) che un semi-interramento del treno per Orio, dal cavalcavia di via Piatti a via Pizzo Recastello, è tecnicamente possibile. Ma tra i rappresentanti del quartiere resta la frustrazione di sapere che l’alternativa proposta non verrà presa in considerazione per ragioni di natura strettamente economica e politica.
Se interrato, anche parzialmente, il nuovo collegamento tra la stazione di Bergamo e l’aeroporto non verrebbe realizzato in tempo per le Olimpiadi invernali del 2026; inoltre si dovrebbe interrompere il traffico sulla linea Bergamo-Brescia e, di conseguenza, i costi aumenterebbero.
«L’aumento dei costi però non ci è stato quantificato e per i lavori sulla Montello-Ponte San Pietro i treni verranno fermati ugualmente e non per un paio di giorni – ribattono dal comitato di quartiere -. L’incontro è stato cordiale e finalmente hanno ammesso che le nostre ipotesi non erano campate in aria ma anzi, una è tecnicamente fattibile. Per mesi siamo quasi stati fatti passare per dei visionari. Purtroppo la politica sta scegliendo di rovinare un itero quartiere per collegare la città con l’aeroporto».
Queste novità sono emerse a margine del vertice organizzato ieri (giovedì 2 settembre) a Palazzo Frizzoni tra Rfi, abitanti di Boccaleone e Comune, al quale ha partecipato anche l’assessore regionale alle infrastrutture Claudia Maria Terzi. Un incontro voluto dai cittadini, ottenuto dopo mesi di appelli e proteste, per ridiscutere il progetto originario del treno per Orio al Serio.
La tratta ferroviaria deve essere conclusa entro dicembre 2025, pena la perdita dei finanziamenti. «Rfi ha presentato migliorie rispetto al progetto originario – ha scritto l’assessore regionale alle infrastrutture Claudia Maria Terzi su Facebook - mitigazioni ambientali e interventi di ricucitura del quartiere».
Nella realtà dei fatti le compensazioni si traducono nella posa di barriere antirumore trasparenti, alte non più 7 metri ma al massimo 6,5 metri, e all’aggiunta di cinque sottopassi ciclopedonali: dove oggi c’è la passerella sopraelevata (che nei piani iniziali sarebbe stata sostituita), tra via Cornagera e Pizzo Recastello, in corrispondenza del passaggio a livello, da via Rovelli verso la Fiera e in via Lunga.
«Sono soluzioni che non accettiamo, in contrasto con l’idea che abbiamo portato avanti fino ad oggi – aggiunge il comitato -. In via Borgo Palazzo c’è il Sert e il quartiere ha i suoi problemi, come altri del resto. Quando ci siamo permessi di dire che, secondo noi, questa soluzione non era accettabile perché avrebbe creato problematiche legate alla gestione della sicurezza, siamo pure stati attaccati dal vicesindaco e assessore alla sicurezza Sergio Gandi. Ci ha rimproverato dicendo che il tema non era l’oggetto della riunione. Rfi ha spiegato di aver anche previsto un aumento di 3 chilometri di piste ciclopedonali e un’area verde di 6 mila metri quadrati, ma non abbiamo capito di preciso dove, ci piacerebbe avere le carte per poterle analizzare meglio».
È passato ormai quasi un anno da quando i residenti della zona hanno iniziato a denunciare i danni che il progetto del nuovo treno creerebbe alla vivibilità del quartiere. «In questo momento si sta anche lavorando allo sviluppo di Porta Sud – concludono dal comitato -. È a meno di 500 metri di distanza da Boccaleone. Si potrebbe creare un progetto che abbellisca tutta questa porzione di città. Invece accade l’esatto contrario. Deve aprirsi un dibattito in città: 17 mila firme raccolte con una petizione avranno un valore, o no?».