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Riaperture delle Rsa, dopo la firma dell'ordinanza situazione ancora a macchia di leopardo

Il documento firmato dal Ministro Speranza lascia la discrezionalità ai direttori sanitari. Previsto un incontro tra Rsa e Ats Bergamo per definire le disposizioni operative. Prime visite, forse, per l'inizio della prossima settimana

Riaperture delle Rsa, dopo la firma dell'ordinanza situazione ancora a macchia di leopardo
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Era sabato 8 maggio quando il Ministro della Salute Roberto Speranza annunciava soddisfatto sui social di aver firmato l’ordinanza «che consentirà le visite in piena sicurezza in tutte le Rsa. Ringrazio le Regioni e il Comitato Tecnico Scientifico che hanno lavorato in sintonia con il Ministero per conseguire questo importante risultato». Peccato che il risultato a distanza di 72 ore non sia ancora stato raggiunto e che alle parole non siano seguiti i fatti.

Le riaperture delle case di riposo bergamasche mostrerebbero infatti una situazione a macchia di leopardo, legata all’incertezza sulle modalità di attuazione dell’ordinanza che ha attribuito assoluta discrezionalità ai direttori sanitari delle strutture in merito al come, quando e se consentire le visite.

«Questo in Lombardia si sintetizza in una totale attesa di quanto decideranno la Regione e, a cascata, le Ats – spiega Caterina Delasa, segretaria generale FNP CISL di Bergamo -. Intanto, tra le poche sicurezze che abbiamo c’è quella che i familiari dovranno sobbarcarsi il costo del tampone molecolare ogni volta che sarà consentita la visita».

Visite dalla prossima settimana?

A breve le Rsa bergamasche si confronteranno in videoconferenza con l’Agenzia di tutela della salute, che illustrerà i contenuti dell’ordinanza ministeriale e declinerà in disposizioni operative quanto stabilito dal Ministero. Le prime visite dei parenti agli anziani ospiti potrebbero avvenire quindi già nel week-end, oppure all’inizio della prossima settimana.

Nel frattempo, già ieri (lunedì 10 maggio) alla Carisma di Bergamo e alla Serenità di Lovere è stata data la possibilità ai familiari di poter tornare ad abbracciare gli anziani ospiti, senza essere divisi da teloni di nylon. Altre strutture da tempo si sono attrezzate per organizzare incontri grazie alle “stanze degli abbracci” o per far vedere i parenti attraverso un vetro o l’interfono. Fortunatamente pare che si stiano muovendo un po’ tutte le case di riposo, ma a riaprire a stretto giro saranno in poche; più probabile che i numeri aumentino nelle prossime settimane, tenuto anche conto, informano dalle associazioni dei gestori, «che sarà necessario presentare in Ats una modifica al Pog o quanto meno alla procedura per gli accessi».

Aperto circa il 20% delle Rsa lombarde

Secondo il sindacato dei pensionati sarebbero tra il 15 e il 20% le Rsa ad aver effettivamente aperto. Ma di fatto sono quelle che in passato si erano attrezzate con stanze degli abbracci e gazebo.

«Bergamo, Brescia e Sondrio ci rimandano situazioni ancora molto bloccate – osserva Emilio Didonè, segretario generale dei pensionati lombardi della Cisl -. A Pavia nessuna Rsa ha aperto, Mantova e Lecco si mantengono sulle percentuali che avevamo anche prima dell’ordinanza. Da alcune strutture a Milano arrivano regolamenti che di fatto impediscono i contatti tra ospiti e parenti».

In buna sostanza l’annuncio di Speranza sarebbe stato l’ennesimo proclama e il quadro generale, per quel che riguarda la Lombardia, non sarebbe cambiato: chi si era organizzato prima dell’ordinanza ministeriale muovendosi per promuovere gli incontri continua a farlo, chi per il timore del virus non aveva riaperto invece continua a tenere chiuso in attesa di protocolli chiari.

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