Primo branco di lupi in Bergamasca dopo anni: avvistati tra le Valli Seriana e di Scalve
La coppia di esemplari già ripresi mesi fa (di cui uno senza una zampa) ha avuto quattro cuccioli. Filmati con le foto-trappole
Il primo branco, dopo anni. La Provincia ha ufficialmente confermato, dopo aver visionato le immagini di foto-trappole piazzate giorni fa, che i due lupi avvistati tra l'Alta Val Seriana e la Val di Scalve hanno avuto dei cuccioli, creando così un gruppo di sei esemplari.
Il ritorno dei lupi in Bergamasca
Si è quindi accertato che quelli avvistati tempo addietro, di cui uno senza una zampa, erano un maschio e una femmina. I lupacchiotti hanno già qualche mese di vita e gli agenti della Polizia provinciale hanno effettuato dei tamponi per analisi genetiche, che dovrebbero permettere di capire da dove siano arrivati i soggetti che hanno dato origine a questa famiglia sulle nostre montagne. I lupi bergamaschi si spostano su un'area molto vasta, che comprende anche il Pizzo della Presolana.
Secondo quanto dichiarato da via Tasso, non ci si deve aspettare un moltiplicarsi degli individui dopo questo primo avvistamento, dato che un branco ha una zona di riferimento che può arrivare a cinquecento chilometri quadrati e la sua presenza esclude quella di altri lupi. «L’arrivo sulle Orobie è per certi versi fisiologico, ce lo aspettavamo, perché gli Appennini sono saturi e sull’Arco alpino sia orientale che occidentale c'erano già da tempo popolazioni stabili – ha spiegato il comandante Matteo Copia –. Tuttavia è bene ricordare che il ritorno dei grandi predatori, quali lupo e orso, sono comunque un indicatore biologico sinonimo di un territorio ben conservato e in buona salute, sotto l’aspetto naturalistico e della biodiversità».
In base alle segnalazioni ricevute e ai rilievi fatti in questi mesi, questi esemplari sarebbero responsabili di una decina di predazioni di capi di allevamento, in particolare capre tra la Valzurio e la Val di Scalve quest'estate, insieme ad alcune pecore qualche giorno fa ad Ardesio, tra la frazione di Piazzolo e la contrada Ave. Un numero esiguo per la Polizia provinciale, dato che si sono stimati diecimila capi d'allevamento quest'estate in almeno una dozzina di alpeggi nell'area interessata. I lupi si sono nutriti soprattutto di animali selvatici, regolando la fauna nel ruolo di grandi carnivori. Tra le loro prede anche i cervi, che in questo periodo hanno una popolazione in eccesso, tanto da rientrare in un piano di abbattimento regionale.
Come chiedere un indennizzo
Chiunque subisca una predazione ha diritto a ricevere un indennizzo, nell'ambito del progetto della Lombardia "Life WolfAlps", per la conservazione del lupo e favorire la convivenza con l'uomo. Ci si deve rivolgere alla Sala operativa della Polizia provinciale, al numero verde 800350035 e non si deve toccare la carcassa, per consentire i dovuti rilievi da parte degli agenti di via Tasso, che forniranno all'allevatore le informazioni e l'assistenza necessaria.
La Regione inoltre garantisce, in caso di necessità, la dovuta formazione agli interessati e, più concretamente, misure di prevenzione che possono migliorare la difesa del bestiame e degli alpeggi. Le stesse raccomandazioni valgono per gli avvistamenti e in caso di ritrovamento di carcasse di animali selvatici sospette: è stata proprio la collaborazione di un allevatore della Val di Scalve, che ha trovato una carcassa di cervo, a consentire la scoperta dei nuovi arrivati.
Il comportamento del predatore
La Polizia provinciale ha inoltre ribadito che il lupo è un animale schivo, ha paura dell’uomo e preferisce evitare un contatto diretto, privilegiando spazi estesi e la natura incontaminata. Il suo avvicinamento alle zone urbane è dovuto unicamente alla ricerca di cibo, prova ne è la presenza nello scorso inverno della coppia di lupi che ha stazionato per diversi giorni vicino all’abitato di Gandellino, predando alcuni cervi ma rendendosi praticamente invisibili agli occhi dei suoi abitanti. I loro sensi sono estremamente acuti, per cui è altamente improbabile l’eventualità di avvistarli, prima che lui si accorga della nostra presenza e si allontani.
Nonostante l'improbabilità statistica dell'incontro con un grande carnivoro, non esiste un rischio zero: il pericolo è connaturato ad un certo grado di imprevedibilità dell'animale selvatico. «La loro presenza sulle nostre montagne - hanno concluso da via Tasso - non deve condizionare la nostra possibilità di frequentarle comunque, con il dovuto rispetto e la dovuta attenzione».
Penso che notizie come queste, per quanto per me sia bellissimo sapere che ci sono dei lupi dalle ns. parti, eviterei di darle perché i bracconieri poi purtroppo si mettono alla ricerca di questi animali. Almeno evitare di dire dove precisamente, sono lasciamoli liberi di vivere come dovrebbe essere. Grazie