Rincari dopo il passaggio da Hidrogest a UniAcque: presentato esposto in Procura
Aumento delle tariffe anche con effetto retroattivo. Le associazioni non ci stanno: «È illogico pagare un servizio due volte»
di Marco Boffa
I comitati tornano all’attacco sulle acque dell’Isola, con un esposto alla procura di Bergamo. L’associazione “Isola bene comune” e il comitato “Acqua bene comune” da anni si stanno occupando della vicenda del passaggio di gestione del servizio idrico dalla società Hidrogest Spa (ora H Servizi Spa) alla società UniAcque Spa, che ora si occupa del sevizio idrico dell'ex bacino dell'Isola Bergamasca, nell’ambito del servizio idrico integrato della Provincia di Bergamo.
UniAcque nel novembre del 2019 era subentrata alla Hidrogest senza soluzione di continuità nella gestione dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione del territorio. Il cambio ha comportato un contestuale aumento delle tariffe, anche con effetto retroattivo a decorrere dal gennaio 2019. Le associazioni sostengono che non sia stata applicata la «convergenza della tariffa», ossia l’aumento graduale della tariffazione prevista dalla normativa vigente quando il nuovo operatore entra in un ambito in cui le tariffe erano più basse. Questo a differenza di altri ambiti come nel basso Sebino, dove una deliberazione dell'Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) aveva imposto il percorso di convergenza delle tariffe.
I danni economici per gli abitanti dell’Isola sono importanti, come sostengono le associazioni: «L’illegittima applicazione della retroattività della tariffa richiesta agli utenti del bacino dell'Isola Bergamasca ha comportato l’incasso di introiti non dovuti per circa tre milioni e 250 mila euro, importi che tutti gli utenti hanno dovuto corrispondere al fine di non vedersi tagliate le utenze dell’acqua. Inoltre, la mancata applicazione dell’art. 37 della deliberazione dell'Arera circa la progressività della tariffa, per UniAcque ha comportato ulteriori introiti stimati attorno ai cinque milioni di euro».
Poiché le richieste formali di rimborso presentate dai cittadini a UniAcque sono state respinte, le associazioni passano quindi alle vie legali, chiedendo alla procura di accertare e valutare se il comportamento di UniAcque sia illegittimo e, nel caso, di procedere nei confronti di tutti i soggetti responsabili. (...)