Rincari energetici insostenibili, il gestore getta la spugna e la piscina di Romano chiude
La Acquatica Sport e Fitness, dopo un colloquio con l'Amministrazione, ha deciso di mollare. Non poteva più sostenere i costi delle bollette
Dopo il Seriate Sport Lab, un'altra struttura sportiva della Bergamasca chiude i battenti a causa dei rincari energetici, che hanno dato la mazzata finale a queste realtà già fortemente provate da due anni di pandemia e lunghe chiusure. Si tratta, come riporta PrimaTreviglio, della piscina di Romano di Lombardia.
La società Acquatica Sport e Fitness molla e così la struttura di Romano verrà presto chiusa, almeno fino a quando non subentrerà un nuovo gestore. La notizia ha cominciato a diffondersi già nella scorsa settimana, quando il titolare della società, Paolo Carminati, ha firmato un comunicato stampa poi condiviso sulla pagina Facebook di Acquatica.
«Gentile cliente, come ricordato da tutti i mezzi di comunicazione nazionali e locali, i costi di energia e gas sono ormai da mesi fuori controllo e stanno mettendo a rischio la prosecuzione della vita di gran parte delle aziende sul territorio nazionale - recita il comunicato -. Purtroppo anche la piscina comunale di Romano è stata colpita dal forte rincaro di energia e gas, a tal punto da essere in discussione la ripresa dell'attività di settembre. Dal momento che Acquatica Sport e Fitness non è in grado con le proprie forze di sopperire a questo incremento straordinario dei costi, stiamo aspettando indicazioni dell'amministrazione comunale di Romano per capire quando e se riprendere le attività».
Poche righe che hanno fatto rumore, tanto che il comunicato, dopo pochi minuti dalla pubblicazione, è stato rimosso. Nei giorni a seguire, però, il gestore ha incontrato l’Amministrazione e il quadro presentato non ha lasciato speranza dagli utenti della struttura. Infatti agli amministratori è stata presentata una stima di duecentomila euro dei rincari che andrebbero ad aggravare in modo fatale sui bilanci di Acquatica. Così il gestore ha deciso di lasciare la struttura comunale romanese e salvaguardare l’altra struttura che ha in gestione in Lombardia. «Il quadro presentato non ha lasciato via d’uscita - ha detto il sindaco Sebastian Nicoli -. Il gestore è stato chiaro nella sua presentazione, la piscina di Romano non era più sostenibile dalla sua società».
La crisi finanziaria, in realtà, era iniziata già in inverno. A febbraio il Comune era intervenuto per salvare la piscina. «Siamo intervenuti cercando di aiutare la gestione - ha detto ancora il sindaco -. Abbiamo sospeso l'affitto e stanziato fondi. Così facendo abbiamo tamponato la crisi e reso possibile la preparazione della stagione estiva, sperando che questa avrebbe portato ricavi significativi. Ma ora non possiamo più intervenire. Non sarebbe etico, basti pensare ai sacrifici che con ogni probabilità dovremo chiedere quest’inverno alle scuole per sostenere i rincari energetici».
La stagione estiva è stata anche positiva, ma i ricavi sono serviti al gestore per pagare gli arretrati delle forniture energetiche in sospeso e la previsione di nuovi e più salati rincari ha spinto l'Acquatica a lasciare.
«Avevamo già stanziato cinquecentomila euro circa per effettuare dei lavori di riqualificazione energetica alla struttura - ha detto il sindaco -. Procederemo, anche se purtroppo con la piscina chiusa. In questa tranche di lavori verrà realizzato un cappotto esterno a tutta la struttura, sostituiti i serramenti e rifatto gli impianti di illuminazione. Siamo poi in attesa dell'aggiudicazione di fondi attraverso un bando di Regione Lombardia, che stanzierà 35 mila euro per altri lavori che comprenderanno una nuova caldaia e l'impianto fotovoltaico. Interventi attraverso i quali contiamo di restituire alla città una piscina più efficiente e appetibile per nuovi gestori».