Riscaldamento: multe salatissime per chi usa camini o stufe a legna inquinanti
Rincari e accensione ritardata spingono a trovare soluzioni alternative, ma attenzione alle sanzioni che possono arrivare fino a 5000 euro
Con le temperature che si sono drasticamente abbassate in questi giorni, i brividi hanno iniziato a correre sulla pelle dei bergamaschi. E non solo per il freddo. Il rincaro dell’energia spaventa e la ritardata accensione dei riscaldamenti, che quest’anno parte dal 22 ottobre, potrebbe spingere qualcuno a trovare soluzioni alternative.
Camini e stufe a legna, per esempio, possono portare tepore nelle case e contribuire all’abbassamento dei costi. Tuttavia, questi strumenti emettono forti quantità di Co2 ed è facile incorrere in multe, che sanzionano questo aspetto.
Senza contare che proprio la Lombardia è la Regione più rigida sulla normativa, quella che prevede le sanzioni più alte per emissioni oltre il limite.
Come si legge nel comma 4 all’articolo 27, quello riservato alle sanzioni, della Legge regionale 24/2006 «L’inosservanza delle disposizioni della Giunta regionale concernenti le tipologie di impianto e le biomasse ivi utilizzabili, comporta l'applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria dai cinquecento ai cinquemila euro».
L'unica soluzione è quella di utilizzare impianti di ultima generazione chiamati generatori di calore con classe di prestazione emissiva inferiore a quattro stelle, misura che indica il livello di inquinamento dell'aria massimo consentito.
Per capire quante stelle abbia il vostro impianto, basta consultare l'annesso libretto, che ne certifica le prestazioni e le emissioni. Il costruttore stesso è tenuto a rendere disponibile la classificazione ambientale dei propri modelli.
Inoltre, bisogna ricordare che dal gennaio 2020, su tutto il territorio regionale, vige il divieto di installare generatori quattro stelle, quindi se l’acquisto è stato fatto dopo questa data non dovrebbero esserci problemi.