Il furgone del centro antiviolenza Sirio di Treviglio è stato ritrovato. Dopo giorni di preoccupazione e appelli, il Fiat Qubo rubato lunedì notte (15 dicembre) davanti alla sede dell’associazione è magicamente ricomparso ieri pomeriggio (domenica 21 dicembre), abbandonato in una strada sterrata vicino al casello Brebemi di Caravaggio.
Una buona notizia, anche se il mezzo è stato recuperato in condizioni tutt’altro che buone.
Grazie a un cittadino
Come ha riportato L’Eco di Bergamo, a segnalare la presenza dell’auto è stato un residente della zona che, rientrando a casa, ha notato il veicolo abbandonato e ha deciso di avvisare la polizia locale di Caravaggio. Da lì sono partiti i controlli e il contatto con la cooperativa Sirio.
«Mi hanno subito contattato e siamo andati a recuperarlo con il carro attrezzi» ha dichiarato la presidente di Sirio, Dania Lera.
In cattive condizioni
Il furgone, però, non è stato restituito nelle stesse condizioni in cui era stato rubato. Anzi: il blocco dell’accensione è stato scassinato e i sedili erano ribaltati. Per non parlare del fango sparso ovunque.
Il mezzo sarebbe stato utilizzato su strade sterrate e poi lasciato nella campagna attorno al casello.
Cosa era successo
Il Fiat Qubo era stato rubato lunedì notte davanti alla sede di Sirio in via Roggia Vignola, a Treviglio. Subito dopo il furto, la cooperativa aveva presentato denuncia al commissariato di polizia di Treviglio e lanciato un appello pubblico.
Proprio l’attenzione generata dalla vicenda potrebbe aver spinto l’abbandono del mezzo. Per ora l’ipotesi è che, dopo la diffusione dell’appello, chi lo aveva rubato abbia deciso di liberarsene proprio perché ormai troppo riconoscibile.
Un mezzo fondamentale per il centro
Il furto aveva colpito duramente la cooperativa. Il furgone, infatti, non è un’auto qualunque: è uno strumento essenziale per il lavoro quotidiano del centro antiviolenza Sirio, soprattutto per le donne ospiti del “Rifugio di Ophelia”, la casa di accoglienza collegata all’associazione.
Il mezzo viene utilizzato per accompagnamenti, visite, incontri e spostamenti necessari alle attività di supporto, ma anche – quando possibile – per piccoli momenti di normalità e piacere.
Il ritrovamento porta quindi un primo sospiro di sollievo, anche se resta l’amarezza per il gesto. Ora l’obiettivo è riparare i danni e tornare il prima possibile alla piena operatività.