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Rota Imagna, le famiglie: «Basta traumi, non riportate questi bimbi orfani in Ucraina»

Dopo il ritorno a Kiev di 34 adolescenti, centosessanta valdimagnini scrivono al Tribunale dei minori per proteggere i piccoli orfani

Rota Imagna, le famiglie: «Basta traumi, non riportate questi bimbi orfani in Ucraina»
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di Paolo Aresi

Se una parte consistente di Rota Imagna ha perso la simpatia per i ragazzi ucraini, considerati un po’ troppo turbolenti per un paese che ai ragazzini non è più abituato, un’altra parte è invece in ansia per la loro sorte. È stata scritta una lettera da parte delle venticinque famiglie che ospitano i bambini e i ragazzi per i compiti e per passare il tempo libero insieme, e la lettera è stata firmata da centosessanta residenti e inviata alla presidente del Tribunale dei minori di Brescia, Cristina Maggia.

La preoccupazione per i ragazzi rimpatriati

È forte la preoccupazione per i trentaquattro ragazzi che sono stati rimpatriati la settimana scorsa, ma esiste uno stato di incertezza anche per quelli più piccoli che sono rimasti a Rota Imagna. Dice uno dei firmatari della lettera: «Alcuni bambini avevano fratelli più grandi che sono partiti. Altra separazione, altro dolore. Adesso speriamo che non dicano di rimpatriare anche quelli più piccoli: non dobbiamo dimenticare che l’Ucraina è in guerra, che la situazione di quel Paese è pericolosa, precaria».

Fra i timori c’è anche quello che una parte dei trentaquattro ragazzi grandi, di sedici e diciassette anni, che sono stati rimpatriati possano venire mandati al fronte come volontari. «Intanto - dicono i familiari firmatari della lettera - facciamo di tutto perché quelli rimasti non vengano mandati via».

La lettera al Tribunale

Il testo è molto semplice e diretto, scritto da Simone e Michela a nome delle venticinque famiglie della Valle Imagna che aiutano sia ragazzi ospiti della casa vacanze Stella Mattutina di Rota Imagna, sia bambini che si trovano a Bedulita. Si legge nella missiva: «Siamo molto preoccupati per il futuro di questi bambini e pure di quello dei loro fratellini più piccoli (...)

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