Rsa, chiusura precauzionale a Gandino. A Nembro son tornate le visite dei parenti
Le misure legate alla pandemia da Covid-19 scoppiata nel 2020 non si sono mai di fatto del tutto esaurite. Il punto della situazione
di Giambattista Gherardi
Riaperture prudenti e chiusure precauzionali: è un panorama variegato quello relativo alle visite dei parenti agli anziani delle Rsa in Val Seriana, dove le misure legate alla pandemia da Covid-19 scoppiata nel 2020 non si sono mai di fatto del tutto esaurite.
Nelle ultime settimane è emersa innanzitutto la chiusura «in via d’urgenza» per le visite dei parenti e le uscite degli ospiti. Una decisione comunicata il 9 luglio dalla Fondazione Rsa Casa di Riposo Nembro Onlus con una lettera a tutte le famiglie e successivamente fortunatamente rientrata. «Nella struttura - si leggeva nella comunicazione firmata dal presidente Valerio Poloni e dalla dottoressa Barbara Codalli - abbiamo dovuto constatare che 14 ospiti sono stati colpiti da una forma di polmonite originata da una forma virale di influenza. Allo stato, a seguito degli accertamenti strumentali e di laboratorio possiamo escludere che si tratti di Covid-19. La forma influenzale si sta rivelando particolarmente contagiosa, tanto da dover disporre le necessarie misure, ivi compreso l’isolamento degli ospiti sintomatici, per contenere il più possibile il diffondersi della malattia».
Ora, come detto, l’allarme è pienamente rientrato e la struttura consente l’accesso ai familiari, mantenendo comunque qualche restrizione per numero di presenze (non più di due parenti per volta) e orari (dalle 9 alle 11.30 e dalle 15.30 alle 17).
Per una Casa di Riposo che riapre con prudenza, ce n’è un’altra che, con altrettanta prudenza, ha deciso di sospendere temporaneamente le visite dei parenti. Si tratta della Fondazione Cecilia Caccia Del Negro onlus di Gandino, dove da domenica 24 luglio sono stati limitati gli ingressi ai soli congiunti dei defunti presenti in camera mortuaria (quattro negli ultimi giorni), per altro isolata dai reparti di degenza.
«D’accordo con il presidente Ponziano Noris e il direttore sanitario dott. Fulvio Menghini - spiega il vicepresidente Angelo Imberti -, abbiamo deciso di prendere questa misura precauzionale nell’esclusivo interesse degli ospiti, salvaguardando il più possibile le possibilità di contagio, dopo aver verificato anche l’incidenza dei contagi in paese. Contiamo di poter presto riavviare il percorso di ritorno alla normalità, già avviato nei mesi scorsi dopo il tragico periodo del lockdown 2020».
La situazione di Gandino è sostanzialmente simile a quella verificatasi presso la Casa di Riposo San Giuseppe di Casnigo, dove già nelle scorse settimane era stato preso un provvedimento temporaneo di chiusura (durato di fatto poco più di 24 ore), data la presenza di alcune positività poi fortunatamente rientrate. A oggi, situazione normale invece presso la Fondazione Honegger di Albino e presso La Fondazione Cardinal Gusmini di Vertova, dove sono riprese anche le attività esterne dei laboratori e le uscite degli ospiti sul territorio.
Una situazione insomma in continua evoluzione e a macchia di leopardo (come aveva segnalato il sindacato Cisl sin dallo scorso marzo) rispetto alla quale mantenere alta la guardia: il Covid sembra non ne voglia tuttora sapere di andare in vacanza.