Lombardia

Sanità, piano da sessanta milioni di Regione: 40 per il pubblico, 20 per i servizi dal privato

Via libera dalla giunta. Si punta sullo screening oncologico. Più prestazioni, più prevenzione, meno attese: gli obbiettivi di Bertolaso

Sanità, piano da sessanta milioni di Regione: 40 per il pubblico, 20 per i servizi dal privato
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di Wainer Preda

Più prestazioni, più prevenzione, meno attese. Sono, in estrema sintesi, gli obbiettivi del piano operativo di Regione Lombardia per l'attività sanitaria nel 2025. Un piano più rivolto alla macchina tecno-burocratica della sanità, a dire il vero. E con obbiettivi che, se raffrontanti con la realtà, rischiano di sembrare begli intenti e poco più.

Ma tant'è, per l'anno in corso la Regione ha deciso di stanziare 60,8 milioni di euro. Così ripartiti: 40,8 milioni andranno agli enti pubblici erogatori di servizi sanitari, ivi compresi 4,6 milioni di euro per gli screening oncologici.

Quaranta milioni per il pubblico, venti per il privato

Venti milioni di euro invece andranno per gli erogatori privati accreditati (di cui 1,6 milioni per screening oncologici). La Regione inoltre riconoscerà ulteriori risorse nel caso di superamento dei target di screening da parte delle strutture sanitarie pubbliche e private.

La delibera approvata quest'oggi (16 giugno 2025) dalla giunta regionale ha stabilito inoltre i volumi di prestazioni sanitarie che gli enti, pubblici e privati, saranno tenuti a garantire per il 2025.

Gli enti pubblici dovranno mantenere o aumentare il livello produttivo del 2024, «assicurare la continuità mensile delle prestazioni (almeno al 70 per cento di quanto prodotto nel 2024), ridurre l’uso dei canali diretti a favore della prenotazione tramite Rete Regionale (RRP)» recita il comunicato della Regione.

Ogni Ats, poi, potrà rimodulare l’offerta all’interno del proprio territorio, garantendo comunque il raggiungimento degli obiettivi assegnati. Inoltre, dovrà essere contenuta entro il 10 per cento la quota di prestazioni erogate fuori dai sistemi regionali.

Per quanto riguarda invece gli enti privati accreditati, il volume delle attività sarà determinato dalle diverse Ats, «in base ai dati degli ultimi due anni, con eventuali incrementi in base alle esigenze del territorio».

Si punta sugli screening oncologici

Sul fronte della prevenzione, la Regione finanzierà i programmi di screening oncologico, con l'obbiettivo di raggiungere oltre il 95 per cento delle persone interessate. In particolare, per il tumore alla mammella le donne fra i 45 e i 74 anni. Per il tumore del colon retto, tutti gli adulti fra i 50 e i 74 anni. Mentre per il tumore alla cervice uterina, le donne dai 25 ai 29 e dai 47 ai 64 anni.

Su questi fronti, «saranno garantiti tempi certi per gli approfondimenti diagnostici, spiega il comunicato - per la Colonscopia: entro 30 giorni dal test positivo. Per l'ecografia mammaria o altri approfondimenti: entro 28 giorni. Per la Colposcopia: entro 45 giorni.

Altri obbiettivi

Il Piano prevede anche il monitoraggio delle agende prenotabili sulla Rete Regionale; l’obbligo per gli Enti di raggiungere almeno il 90 per cento di prescrizioni effettuabili attraversi il cosiddetto Dem (il documento elettronico medico)

«Un obiettivo concreto – sottolinea l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso – più prestazioni, più prevenzione, meno attese. Questo provvedimento  conferma la volontà di Regione Lombardia di rafforzare ulteriormente la programmazione sanitaria, valorizzando l’efficienza degli erogatori, migliorando l’accessibilità dei cittadini ai servizi e ponendo particolare attenzione alla prevenzione oncologica».

Vedremo nei prossimi mesi se, all'atto pratico, il nuovo piano regionale avrà ricadute positive sulle prestazioni sanitarie. Perché gli screening di prevenzione sono una cosa, ben altro i percorsi di cura e le liste d'attesa per esami, visite e prestazioni che servono ogni giorno ai lombardi. E di cui spesso i cittadini hanno impressioni non troppo lusinghiere (eufemismo), a dire il vero.