Sarà lungo il recupero per Ottavia Piana: la speleologa ha riportato traumi importanti
La donna ora è ricoverata al Papa Giovanni di Bergamo. Un medico dell'équipe: «Era davvero provata, ma molto carica»
Dopo ottanta ore nella grotta del Buono Fonteno ora Ottavia Piana è in ospedale ormai da un giorno pieno. È arrivata infatti alle 4 di notte di ieri, mercoledì 18 dicembre al Papa Giovanni XXIII d Bergamo. Il suo recupero, secondo quanto stimato dai medici, sarà molto lungo e durerà certamente mesi.
I traumi
La speleologa 32enne, caduta per circa sei metri in una parte ancora inesplorata dell'Abisso del Bueno Fonteno, ha riportato infatti ferite gravi. Numerose infatti sono le fratture, in particolare nella parte della schiena e del busto. Altrettanto anche agli arti inferiori dove la situazione più grave è quella del femore, che potrebbe necessitare di un intervento chirurgico. Avrebbe anche delle fratture a livello facciale.
Alla luce di questi traumi, si capisce ancora meglio l'alto livello di difficoltà del salvataggio. Stare ottanta ore in una grotta in condizioni simili, per quanto affiancata dal personale sanitario, medico e infermiera, non è stato facile. A L'Eco di Bergamo il dottor Luca Pilo, che faceva parte dell'équipe, ha sottolineato: «Era davvero provata, ma molto carica. Verso la fine, sentire il vento freddo che arrivava dall'esterno le ha dato uno sprint adrenalinico dopo momenti di sconforto, dove si è reso necessario un conforto a livello psicologico durante la risalita».
L'augurio dei soccorritori
Il direttore regionale di Areu, Massimo Lombardo, sottolinea: «A lei rivolgo i migliori auguri per una pronta ripresa. Ancora una volta voglio sottolineare non solo l'eccellenza e la prontezza della nostra rete di emergenza, ma anche esprimere il mio più profondo ringraziamento a tutti i professionisti, ai volontari e agli operatori che, con grande competenza e dedizione, hanno reso possibile questo intervento, risultato piuttosto complesso e delicato. La capacità di coordinare risorse e competenze in tempi così rapidi è motivo di orgoglio per tutta la Lombardia».
Ringraziamo chi ha fatto ore e ore di salvataggio soprattutto...e il conto? Chi lo paga ? E aspettiamo la terza volta....,,giusto averla recuperata,ma i soccorritori sono cmq degli eroi , complimenti 🙂
le auguro una pronta e totale guarigione sia fisica che psicologia,dopo di che è meglio che pensi ad un altro lavoro meno pericoloso e impegnativo,inoltre spero che non si avveri il detto non c'è due senza tre
Bisogna solo ringraziare chi col proprio temperamento esplora zone sconosciute,diffondendo il sapere a chi non potrà mai provare le stesse emozioni realmente. Le ascese sulle vette degli 8000 insegnano,così come le circumnavigazioni. Non è ne egoismo ne imprudenza,è passione.