Sciopero dei mezzi pubblici, a Bergamo un'adesione «molto elevata»
Atb ha aderito al 99 per cento, Arriva al 90 per cento. Le fasce di garanzia sono state ridotte da 100 per cento al 30 per cento
Salario che non cresce, poca sicurezza sui mezzi e nelle stazioni, orari di lavoro troppo prolungati. Queste le principali criticità per le quali i lavoratori del trasporto pubblico urbano, e cioè bus, metro, tram e funicolari, hanno incrociato le braccia nella giornata di oggi, venerdì 8 novembre, in tutto il Paese. Nessuna fascia di garanzia, o meglio, garantendo solo il 30 per cento del servizio in fasce orarie che solitamente sono assicurate al 100 per cento.
Le corse garantite al 30 per cento, sul territorio della provincia di Bergamo, si sono concentrate in particolare tra le 6.15 e le 9.15 del mattino e nel primo pomeriggio, dalle 12.30 alle 15.30. In Bergamasca, i lavoratori del comparto sono un migliaio tra aziende del servizio bus extra urbano (cioè Arriva Italia srl, Autoservizi Locatelli srl, Tbso spa, Sav srl, Sai Treviglio srl, Aschedamini srl e Bonomi srl) e quelle in città, Atb e Teb.
Con la protesta di oggi tornano a chiedere il rinnovo del loro contratto nazionale, migliori condizioni di lavoro, una profonda riforma del settore che possa garantire un servizio pubblico di qualità da offrire alla cittadinanza. Avevano già scioperato il 18 luglio e il 9 settembre.
Quanti hanno aderito allo sciopero in Bergamasca
L’iniziativa di protesta è proclamata in tutt’Italia da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl. I loro rappresentanti provinciali, dopo una prima ricognizione tra i lavoratori delle varie aziende, stimano «un’adesione alla mobilitazione davvero molto elevata a Bergamo».
Ecco il dettaglio, in alcune delle realtà più rappresentative:
- Atb: personale viaggiante 99 per cento, uffici 90 per cento, officina 60 per cento (ovviamente escluso il 30 per cento obbligato a lavorare in alcuni orari);
- Teb: 90 per cento medio;
- Arriva: 90 per cento medio;
- Locatelli: 90 per cento medio;
- Tbso: 100 per cento.
«Da anni la scarsa attrattività del comparto provoca una difficoltà a trovare personale, che di conseguenza fa registrare una contrazione di lavoratori operativi in continuo peggioramento - scrivono i sindacati -: a livello nazionale le organizzazioni sindacali hanno stimato una carenza tra il 10 per cento ed il 15 per cento del personale necessario, più di 10 mila autisti che mancherebbero all’appello per garantire non solo il servizio programmato, ma anche quello minimo essenziale».
E poi chiedono ai cittadini di usare i mezzi pubblici? Mai! Sindacati che ricattano i cittadini con 2 scioperi in una settimana, come se con uno sciopero le aggressioni incivili dei criminali, soprattutto di importazione, scompaiano per miracolo.