Sciopero della grande distribuzione in vari supermercati e presidio davanti all'Esselunga di Bergamo
Proclamata per il 30 marzo la mobilitazione per l'intera giornata, dopo il fallimento della trattativa con Federdistribuzione

Sarà una vigilia di Pasqua di sciopero per molti supermercati e ipermercati in tutt’Italia: dopo la rottura delle trattative con Federdistribuzione al tavolo del rinnovo del Contratto nazionale, per sabato 30 marzo è proclamata una mobilitazione per l’intera giornata, decisa insieme da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs. Ad essere coinvolto nella protesta è il settore della grande distribuzione cha applica il contratto della Distribuzione moderna organizzata (Dmo).
Presidio all'Esselunga di Bergamo
A Bergamo, per il giorno dello sciopero, le tre sigle sindacali hanno invitato i lavoratori a partecipare al presidio che si terrà di fonte al punto vendita Esselunga di via Corridoni, dalle 10 alle 11.30. «Durante l’ultimo confronto no-stop cominciato nel primo pomeriggio di martedì e interrotto ieri, Federdistribuzione ha presentato proposte che miravano solo a far naufragare la trattativa» hanno commentato oggi i segretari provinciali Nicholas Pezzè della Cgil, Claudia Belotti della Cisl e Anila Cenolli della UIL di Bergamo.
I motivi della protesta
«Quella che ha portato al tavolo - hanno proseguito - è stata una inaccettabile logica di scambio tra una presunta disponibilità ad erogare il dovuto aumento salariale, tra l’altro mai quantificato nel dettaglio nelle 17 ore di trattativa, in cambio di un peggioramento della parte normativa del contratto, con la precarizzazione dei lavoratori attraverso un sistema derogatorio della legge e proponendo un abbassamento dei livelli di inquadramento».
Per i rappresentanti, quella di Federdistribuzione «sembra proprio una forte resistenza a raggiungere ogni intesa e ad assicurare il giusto riconoscimento, in termini economici, ai dipendenti delle aziende sue associate». Secondo quanto riferito dai sindacati, dal dicembre 2019, quando il contratto è scaduto, non ci sono stati rinnovi, ma anche nella tornata negoziale precedente l’accordo con Federdistribuzione era stato raggiunto 45 mesi dopo quello con Confcommercio, per l’altro contratto del comparto (il Ccnl Terziario distribuzione servizi).
Un ritardo che si era tradotto in una perdita, per lavoratrici e lavoratori del Dmo, di svariate migliaia di euro per i salari inferiori percepiti, nell’arco di vigenza contrattuale, rispetto ai colleghi del Tds. «Nel negoziato interrotto ieri - hanno spiegato i sindacalisti - Federdistribuzione aveva chiesto l’introduzione di una flessibilità incontrollata e generalizzata, con contratti a termine di durata indeterminata (oltre i 24 mesi), ma anche lo smembramento del sistema di classificazione del personale, con l’attribuzione dell’addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita a mansioni inferiori quali il pulimento di aree di vendita e servizi».
Oltre a questo, la controparte chiedeva il sotto-inquadramento di chi ha la responsabilità di interi format commerciali complessi, con modalità che per le sigle rappresenta «l'azzeramento di ogni dignità professionale», e la creazione di una nuova mansione adibita alla movimentazione delle merci, «peggiorando le condizioni contrattuali di chi svolge quell’attività».