Si-vax vs no-vax: da agosto a ottobre, per ogni over 30 ricoverato vaccinato, altri 13 non lo sono
La probabilità di trovare un contagiato tra chi non si è vaccinato è invece 8 volte più elevata rispetto a quella di trovarne uno nella popolazione vaccinata
In due mesi, dall’1 agosto all’1 ottobre, sono risultati positivi al Covid 1.853 bergamaschi dai 12 anni in su. All’interno di questo campione, 1.035 persone non si erano ancora vaccinate nel momento in cui avevano effettuato il tampone, le altre 818 erano vaccinate con almeno una dose. Quindi, la probabilità di trovare un contagiato tra chi non si è vaccinato è 8 volte più elevata rispetto a quella di trovarne uno nella popolazione vaccinata.
A stabilirlo è una ricerca condotta dal servizio epidemiologico aziendale dell’Ats di Bergamo, che ha eseguito una valutazione comparativa tra i vaccinati (con più di 12 anni) e i non vaccinati. L’obiettivo? Comprendere ancora meglio la correlazione tra copertura vaccinale, ricoveri e positività, utilizzando i flussi ufficiali messi a disposizione da Regione.
Per l’esame è stato volutamente scelto l’arco temporale tra l’1 agosto e l’1 ottobre, lontano dall’estensione dell’obbligo del Green Pass sui luoghi di lavoro, proprio per garantire omogeneità di accesso ai tamponi tra tutti i cittadini e, di conseguenza, «valutare il reale effetto del non essere vaccinati a parità di tracciatura sull'insorgenza della positività al tampone», spiega il dottor Alberto Zucchi, direttore del servizio epidemiologico dell’Ats, autore con la dottoressa Roberta Ciampichini dell'analisi.
«La probabilità di individuare un nuovo caso positivo tra gli over 12 non vaccinati (popolazione residente in Bergamasca ndr) è pari a 7,7 ogni 1.000 individui – aggiunge Zucchi -. Il corrispondente valore tra le persone over 12 vaccinate è pari a 0,9. Si può dunque affermare che il rischio relativo di positività tra le persone non vaccinate e quelle vaccinate è di 8 a 1. In altre parole, per ogni positivo tra i vaccinati se ne diagnosticano 8 tra i non vaccinati. Si tratta di un rischio, alla luce dell'esistenza dei vaccini e della loro efficacia, inutilmente elevato».
Ricoveri e vaccinazioni
L’analisi condotta puntava anche a valutare l’impatto delle vaccinazioni sul calo delle ospedalizzazioni. In questo caso, nello stesso arco temporale, si è scelto come campione i bergamaschi con più di 30 anni perché «la distribuzione per età dei ricoveri per Covid – prosegue il direttore del Sea -, di fatto, mostra la prevalenza assoluta dei soggetti di età superiore a 30 anni tra i ricoverati».
Nel complesso i ricoveri conteggiati sono stati 203: tra questi 132 di non vaccinati e 71 di vaccinati con almeno una dose. «Nei due mesi considerati il rischio di ricovero tra gli over 30 non vaccinati è pari a 1.3 ogni 1.000 abitanti – osserva Alberto Zucchi -, mentre il corrispondente valore, nell'ambito delle persone over 30 vaccinate, è pari a 0.1. In altre parole, il rischio di trovare un paziente ricoverato per Covid tra chi non si è vaccinato è 13 volte più alto del rischio di trovarne uno tra i vaccinati».