Siccità, il laghetto che dà l'acqua a Treviglio scende di venti centimetri al giorno
Il bacino artificiale del Consorzio di Bonifica finora ha "salvato" la Geradadda dal peggio della crisi, ma sta soffrendo in modo importante
La siccità sta picchiando duro su tutto il territorio bergamasco, dalle Orobie fino alla Bassa. L'ennesima conferma arriva dalla notizia riportata dai colleghi di PrimaTreviglio.
La pianura sembra essersi trasformata in un micidiale forno a cielo aperto e a pagare il prezzo più alto sono gli agricoltori. «Le produzioni saranno sicuramente minori, quest'anno, anche nei territori in cui bene o male si è riusciti ad irrigare un po' - ha spiegato il presidente del Consorzio di Bonifica della Media pianura bergamasca, Franco Gatti -. Ora la preoccupazione è soprattutto per il bacino del Brembo: mentre per Adda e Serio i rilasci di acqua da parte del settore idroelettrico, nelle valli, proseguiranno per altre settimane, sul Brembo non sappiamo cosa succederà».
E dal momento che - fin dal Trecento - le rogge trevigliesi si alimentano proprio dalle bocche del Brembo, diventerà sempre più strategico nelle prossime settimane l’invaso della Moschetta di Pontirolo: un grande lago ricavato da due ex cave e realizzato dallo stesso Consorzio di Bonifica proprio per affrontare periodi di prolungata siccità come quelli cui ci sta abituando il surriscaldamento globale.
Se finora l’emergenza è stata importante ma non ancora fatale, è stato proprio grazie all’acqua accumulata nel grande invaso di Pontirolo, costituito dalle ex cave Fumagalli e Holcim. Ma che già in queste settimane sta soffrendo in modo importante.
La prima delle due cave, comunicanti, è profonda circa venti metri e può immagazzinare complessivamente circa 3,5 milioni di metri cubi di acqua. La seconda è un po’ più grande e contiene circa 4,5 milioni di metri cubi. Entrambe funzionano come serbatoi: immagazzinano acqua proveniente dalla falda acquifera durante l’inverno, e durante l’estate la rilasciano - tramite quattro potentissime pompe - nella rete costituita dalla roggia Moschetta, che alimenta la zona di Treviglio, e dalla "Brembilla" che bagna Brignano e Castel Rozzone.
Il problema è che l’estrema siccità in montagna ha rallentato la ricarica del lago, tramite la falda, che quindi si sta abbassando sempre di più. «Da quell’invaso eroghiamo ogni giorno 150mila metri cubi di acqua - spiega Gatti -, che sono vitali per l’agricoltura del trevigliese. Ma presto potrebbe non essercene più abbastanza: il lago si abbassa di circa venti centimetri al giorno».