Sicurezza a Terno d'Isola, il sindaco: «Investito mezzo milione di euro, ma non basta»
Dopo l'omicidio di Sharon Verzeni, è emersa una forte paura diffusa. Il sindaco spiega gli interventi e chiede aiuto ai livelli più alti
Non si sa ancora nulla sul da chi e sul perché Sharon Verzeni sia stata accoltellata nella notte tra il 29 e il 30 luglio, ma, indipendentemente dall'identità dell'assassino, dalle interviste e dai racconti degli abitanti di Terno d'Isola è emersa chiara e forte la loro percezione di insicurezza.
Per questo, il sindaco Gianluca Sala ha deciso di diffondere un comunicato dove spiega di essere consapevole del problema e mostra le azioni portate avanti dall'Amministrazione in tema di sicurezza.
Insicurezza e degrado
«L'Amministrazione comunale è consapevole del sentimento di preoccupazione provato dalla cittadinanza ed è in costante coordinamento con le Forze dell’Ordine per ristabilire un clima di maggiore fiducia. Una tensione alimentata dagli episodi di degrado che sono segnalati sul nostro territorio da decenni - inizia il comunicato -. Terno d'Isola infatti è, per via della sua posizione strategica nell'asse dell'Isola Bergamasca e del trasporto ferroviario, un crocevia logistico importante, e quindi più esposto di altri Comuni a queste dinamiche».
Mezzo milione in cinque anni
Il Comune ricorda poi come l'impegno per una sicurezza maggiore sia iniziato già nel 2019, anno di insediamento dell'attuale sindaco Gianluca Sala, appena confermato dalle amministrative di giugno: «Negli ultimi cinque anni, l'Amministrazione ha investito oltre mezzo milione di euro sul tema della sicurezza, promuovendo un programma su più livelli che si è manifestato con una serie di risultati misurabili».
Viene quindi fornito un elenco di questi interventi: «L'Amministrazione comunale ha: raddoppiato l'organico in forza alla Polizia Locale (passato da due agenti a quattro); quasi quadruplicato il numero delle telecamere (da 16 a 54) in forza al sistema di videosorveglianza comunale; contribuito all'abbattimento di un polo residenziale abbandonato (le ex "casette Fbm") che era diventato teatro di bivacco, degrado e criminalità; promosso iniziative di presidio serale del territorio insieme ai cittadini; attivato un servizio di sorveglianza con una figura specializzata dedicata esclusivamente al monitoraggio delle aree più sensibili nelle ore serali e notturne; attivato il progetto WControllo del vicinato 2.0", che crea un filo diretto tra i cittadini, un istituto di vigilanza privata e all’occorrenza le Forze dell’Ordine, attraverso una rete di coordinatori territoriali per ciascuna macro area del paese; promosso serate di confronto in Comune con i cittadini, alla presenza di parlamentari di ogni schieramento politico.
L'appello
Il primo cittadino garantisce: «Si tratta di un pacchetto di misure straordinario che continueremo a implementare, a testimonianza di come la qualità della vita a Terno d'Isola sia al primo posto della nostra agenda. Gli strumenti a nostra disposizione, però, non sempre sono sufficienti per assicurare la massima sicurezza. Per questo motivo, rilanciamo il nostro appello alle forze politiche e alle istituzioni sovracomunali per incrementare il supporto già ricevuto con ulteriori strumenti concreti, specialmente di carattere normativo, che possano portare ad un'azione risolutiva sul lungo termine».
Spicca tra questi la collaborazione con la Prefettura di Bergamo, tanto che recentemente gli Amministratori sono tornati in Prefettura per firmare un patto di controllo del vicinato contro fenomeni di degrado, disturbo della quiete, atti vandalici, episodi di spaccio e tentativi di furto.
Non da soli
Ci sono però dei fatti spiacevoli, che il sindaco sente di non poter controllare da solo: «Quando le Forze dell’Ordine identificano in paese delle persone su cui pende un decreto di espulsione, che turbano l'ordine pubblico o che si sono rese autrici di reati minori, e di seguito gli agenti portano i soggetti in Questura, a volte ritroviamo quelle stesse persone sul nostro territorio dopo poco tempo. Ne emerge un meccanismo efficiente e puntuale sul campo, a cui però segue una catena a cui manca un anello che rischia di vanificare l’azione delle Forze dell’Ordine».
Il rischio zero non esiste, qualunque sia la cifra che si investe. Se c'è in giro un pazzo che si diverte ad accoltellare le persone si possono mettere anche mille telecamere.