Il rapporto

Solo il 6,7% dei bergamaschi usa i mezzi pubblici: «Oggi il Tpl è solo un enorme scuolabus»

Presentato in Provincia un interessante studio. Il mezzo più utilizzato resta l'auto. Puntualità, pulizia e sicurezza i punti deboli di treni, tram e bus

Solo il 6,7% dei bergamaschi usa i mezzi pubblici: «Oggi il Tpl è solo un enorme scuolabus»
Pubblicato:
Aggiornato:

di Clara Scarpellini

Sabato 28 settembre, nella Sala del Consiglio del palazzo della Provincia di Bergamo in via Tasso, è stata presentata un’indagine sulla mobilità e il trasporto pubblico nella Bergamasca. Durante la conferenza sono stati esposti i risultati relativi alla domanda di trasporto, con un focus sui mezzi utilizzati e sulla mobilità collettiva. Inoltre, è stata fornita una visione futura, mettendo in luce punti di forza e criticità del trasporto pubblico, i cambiamenti nel suo utilizzo e possibili strategie per migliorarne i servizi.

L’indagine ha evidenziato una crescente preferenza per il trasporto privato che preoccupa le agenzie dei trasporti pubblici. Oltre al direttore dell’Isfort (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti), Carlo Carminucci, hanno commentato i risultati della ricerca Matteo Colleoni, docente all’università di Milano Bicocca; Luca Tosi, direttore dell’Agenzia per il Trasporto Pubblico di Milano, Lodi, Monza-Brianza e Pavia; Patrizia Malgeri per Trt Trasporti e Territorio; Marco Berlanda, assessore alla mobilità del Comune di Bergamo; Angela Ceresoli, presidente dell’Agenzia per il Tpl del bacino di Bergamo; Marcello Marino, direttore dell’Agenzia per il Tpl del bacino di Bergamo.

Un’esplorazione massiccia

La ricerca, basata su un'indagine campionaria, ha coinvolto 1.877 cittadini della provincia di Bergamo, di età compresa tra 14 e 84 anni. Va precisato che l’analisi si è concentrata esclusivamente sulla mobilità feriale, dal lunedì al venerdì, e ha riguardato i soli residenti, escludendo le forme di mobilità che di fatto persistono sulla rete provinciale, come quelle legate al turismo. I risultati, raccolti tra marzo e aprile di quest'anno, sono poi stati confrontati con le medie della Lombardia e dell'Italia, fornite da Isfort per il 2023.

Per quanto riguarda le caratteristiche giornaliere degli spostamenti, si è registrato che sono le classi più giovani a dedicare maggior tempo alla mobilità giornaliera, in termini di minuti trascorsi sui mezzi pubblici. Inoltre, in linea con la media regionale e nazionale, anche quella della provincia di Bergamo registra una prevalenza molto alta degli spostamenti di breve raggio (dai 2 ai 10 chilometri). Questo dato è significativo poiché evidenzia il forte impatto della mobilità locale, sottolineando la necessità di politiche di trasporto mirate a sostenerla.

Screenshot 2024-09-29 233118
Foto 1 di 2
Screenshot 2024-09-29 233157
Foto 2 di 2

L'analisi ha anche rivelato un'evoluzione verso abitudini di mobilità più moderne e urbane, con un calo dei lunghi spostamenti quotidiani. Per di più, la provincia di Bergamo mostra una percentuale elevata di spostamenti extraurbani (circa il 55 per cento), ossia viaggi che iniziano e hanno fine entro le vicine reti comunali, favorita dalla configurazione stessa del territorio.

Come si spostano i bergamaschi, oggi e domani

Riguardo ai mezzi di trasporto più utilizzati per spostarsi nel bacino bergamasco, oltre la metà degli spostamenti avviene in auto, mentre solo il 6,7 per cento utilizza i mezzi pubblici. Focalizzandosi su questi ultimi, è emerso che più della metà dei viaggi (55,9 per cento) è compiuta da uomini, in linea con i dati regionali e nazionali, principalmente di età compresa tra i 14 e i 29 anni e perlopiù studenti. Insomma, come ha detto Marino: «L’attuale situazione dei mezzi di trasporto pubblico in Bergamasca è un enorme scuolabus».

Screenshot 2024-09-29 233408
Foto 1 di 3
Screenshot 2024-09-29 233342
Foto 2 di 3
Screenshot 2024-09-29 233243
Foto 3 di 3

Nonostante ciò, il mezzo di trasporto più utilizzato, per frequenza, per fasce d’età e per genere, rimane l’automobile. Il rapporto tra mezzi pubblici e auto mostra un divario enorme. Questo dato, oltre a essere giustificato dalla struttura del tessuto urbano, che facilita e favorisce gli spostamenti in auto, è influenzato dal grado di soddisfazione e dalle prospettive future degli utenti. Il livello di soddisfazione per i mezzi pubblici, in particolare treni regionali, autobus e tranvia, è influenzato negativamente da fattori come la puntualità, la pulizia e la sicurezza personale.

Riguardo al futuro, la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di aver ridotto significativamente l'uso dei mezzi pubblici dopo il Covid e di voler continuare a diminuire l’utilizzo sia dei trasporti pubblici che dell'auto, a favore di soluzioni più sostenibili come la bicicletta. Tra le soluzioni proposte alla conferenza per incentivare l'uso dei trasporti pubblici, si è suggerito l’applicazione del mobility management, inserendo una figura, all'interno di aziende o comuni, che si occuperebbe della mobilità sistematica, cioè legata agli spostamenti per lavoro o studio. Il mobility manager avrebbe il compito di sviluppare un piano di spostamenti casa-lavoro: uno strumento di pianificazione dei trasporti che consente di conoscere la domanda di mobilità, dei dipendenti di un’azienda o di un ente pubblico, e favorire quei miglioramenti strutturali in grado di rispondere alle reali necessità dell’utenza.

Commenti
Massimo

Dopo decenni di scuola/lavoro su Tpl, dopo il primo lockdown monopattino e ora bicicletta. Indipendenza e sicurezza! Che botep!

AoA

Bravi! Avete scoperto l’acqua calda!!! Adesso attendiamo lo studio per dirci che a Bergamo c’è traffico..

Francesco Giuseppe

La gente si muove utilizzando i mezzi più compdi e sicuri. IL TPL non è ne l'uno ne l'altro. Sui bus e sui treni io pago il biglietto, e la maggiornaza no; questi ultimi fanno il bello e cattivo tempo, mentre gli altri devono subire. Meglio il mezzo privato. Se fosse meglio il TPL del privato, lo userebbero tutti, invece è uno schifo. Lo vogliono imporre dittatorialmente, invece di renderlo migliore e invogliante, e non è una cosa intelligente. A Bergamo poi con i biglietti elettronici non si capisce niente e, personalmente, non lo uso più.

Marino

State mandando le PEC in Comune per far chiudere il Caravaggio di notte?

Seguici sui nostri canali