Solo sacchi e nessuna protezione: dopo le piogge, la Morla torna a fare paura
I residenti delle vie già segnate dall'alluvione del 9 settembre non ci stanno: «Se non rimettono a posto l'argine siamo come prima»

In apertura un'immagine d'archivio
Oggi, mercoledì 29 gennaio, il colore del cielo è decisamente cambiato e si è rischiarato, ma dallo scorso week-end e fino alla piena mattinata di ieri le giornate sono state grigie e, soprattutto, piovose.
I residenti di Bergamo che a settembre subirono i danni della fuoriuscita dagli argini della Morla hanno quindi iniziato a guardare con preoccupazione al livello del torrente e ai sacchi di juta pieni di sabbia, ancora lì da precedente evento estremo.
Solo sacchi a protezione
Mancavano infatti una ventina di centimetri prima che l'acqua straripasse. A quel punto l'unica protezione rimasta sarebbero stati proprio quei sacchi di plastica che erano stati posizionati dopo l'alluvione di settembre a scongiurare nuovi disastri prima di un intervento definitivo.
Nonostante questo fosse stato annunciato come prioritario e quindi da fare con urgenza, ancora non se ne sa nulla.
La testimonianza
Il Corriere Bergamo ha intervistato Andrea Braghin, un negoziante già danneggiato dall'alluvione del 9 settembre, che sottolinea: «Se non rimettono a posto l'argine qui siamo al punto di partenza».
Braghin si è già rivolto a due legali per tutelarsi e dopo gli episodi di questi giorni ha sollecitato l'incontro con l'ufficio territoriale e il Consorzio di bonifica per pianificare gli interventi nella sua proprietà. Questi consisteranno probabilmente nell'applicazione di palancole, ovvero degli argini costruiti in metallo.
Interventi
L'obiettivo di Braghin è stendere un accordo bonario che lo scarichi eventuali responsabilità per alluvioni future e che gli permetta di definire le modalità di intervento per l'inserimento delle palancole.
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